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Alimadhi: “Attribuire un’identità al futuro del paese, è garanzia di ricchezza”

“L’andamento della riforma di cittadinanza al Senato dimostra la mancanza di lungimiranza dei politici italiani” dice per Shqiptari i Italisë l’avvocato Gentian Alimadhi che, comunque non perde la speranza: “Confido nell’intenzione del governo PD alla riuscita, seppur ritardata, di questa riforma importante per il nostro paese. Questo governo credo abbia compreso l’importanza dell’inclusione, su quella dell’esclusione, di persone che costituiranno il vero futuro di questo paese”

 

Avv. Gentian Alimadhi - Foto Linda Vukaj“Questa riforma non s’ha da fare”. La celebre frase manzoniana sembra stia a pennello al travagliato cammino al Senato della riforma della cittadinanza. Il governo, per tenere compatta la maggioranza, ha deciso di non farla approvare prima della chiusura estiva dei lavori del parlamento come si era detto in un primo momento (sventolando anche il voto di fiducia se ce ne fosse bisogno), rinviando la discussione per settembre, sempre dichiarando per l’ennesima volta che si tratta di una legge importantissima e giusta, di un atto di civiltà…

Quelli che per questa legge combattono da anni, che sono i diretti interessati oppure che pensano che sia una cosa dovuta e giusta verso centinaia di migliaia di ragazzi, si sentono giustamente traditi e delusi dalla politica. Chi, invece, di questa legge non ne vuole sapere, è ben contento di questo rinvio che considera una mezza vittoria (ce la faranno mai ad approvarla prima della fine della legislatura?).

Shqiptariiitalise.com ha chiesto il parere di alcune persone che per vari motivi seguono da vicino l’andamento della riforma. Uno di loro è l’avvocato Gentian Alimadhi, candidato nelle ultime amministrative di Parma, prima nelle primarie del centrosinistra per il candidato sindaco e poi come consigliere sempre nelle liste di appoggio del candidato del PD.

Shqiptari i Italisë: Come si è sentito quando ha saputo della marcia indietro del primo ministro Gentiloni sulla riforma?

Gentian Alimadhi: Non sono stato per niente sorpreso visto l’andazzo generale della politica italiana sulla gestione del fenomeno immigrazione così come quella Europea. Più in particolare, sulla posticipazione della riforma della legge di cittadinanza, non mi stupisco per niente considerando il suo travaglio dalla creazione con lapprovazione in camera quasi due anni fa  ad oggi. L’impressione che si è data e quella di una politica nazionale che doveva gestire una situazione all’interno di una più grossa creatasi dalla “patata bollente” dei grandi sbarchi. Le politiche del Governo italiano, non possono che essere figlia della situazione di tracollo pressochè universale della nostra società che a me pare morale ed emotivo prima che politico. Credo che i governi in generale e quello italiano in particolare sembrano quasi afflitti dallo sconcerto e la confusione che si è creata negli ultimi decenni da questa politica di manipolazione quotidiana ad opera della stampa e i media che dirottano a piacimento l’opinione pubblica. Tanto per rendere l’idea con un esempio banale, proprio tre quattro giorni fa, una testata importante come il “Sole 24 ore” ad un articolo legato prettamente allo ius soli allegavano una foto riportante un barcone zeppo di immigrati africani con la mano alzata in segno di richiesta d’aiuto. Ecco cosa fanno i ‘spacciatori di idee conformiste’, corrompono le ‘masse’ per manipolare la politica del governo che nonostante la sua nobile intenzione di promuovere eguaglianze sociali, finiscono per cadere vittime dei ricatti spicciolo di minute fazioni all’interno della stessa compagine politica e spesso fanno da ago della bilancia sulla stabilità del governo. Non mi dilungo oltre perché il fenomeno è complesso.

Cosa ne pensa del testo della riforma?

Il testo della riforma è, secondo il mio punto di vista, perfetto e spalmato a regola d’arte alla condizione italiana. La gente deve capire che, sanare la condizione di 800 mila giovani che si sentono italiani e vogliono avere una identità per non vivere nel limbo della non appartenenza a nessuna nazione, è un bene per la nostra società del futuro. Stiamo negando l’invocato senso di identità ed appartenenza a questi ragazzi vogliono attribuirsi e ciò potrebbe ritorcerci contro un giorno. 

Cosa direbbe ai politici italiani e all’uso che alcuni di loro stanno facendo di questa riforma?

Mi riallaccio alla prima risposta, quando dico che i politici italiani non stanno dimostrando la lungimiranza che deve normalmente contraddistinguere i medesimi per gestire fenomeni in arrestabile cambiamento ma non per questo non preannunciati da tempo. Per me, la capacità di un politico è quella di anticipare i problemi e non di subirli gestendoli sotto la forma di ‘emergenza perenne’. Un’emergenza non può durare più di un anno o massimo due, altrimenti dobbiamo parlare di fenomeno costante e le misure per risolverlo dovrebbero essere più strutturali e profonde e non azioni dirette al tamponamento che non possono risolvere mai alla radice il problema.

Che cosa direbbe a chi gioisce per il fatto la riforma non va avanti?

Anche gli anti immigrati (che io chiamerei più semplicemente anti-diverso, anti-rivale in fabbrica ecc, non possiamo ancora chiamarli anti-rivale nella politica attiva) sono figli di quel fenomeno globale che la società di oggi sta vivendo. La sinistra e le sue teorie illuministe e neoliberiste sono messe in forte crisi dalle contrapposte spinte alla Trump e Brexit. Temo che la sinistra italiana possa curare con lo stesso antibiotico del passato questo fenomeno in inarrestabile espansione. Ed il problema non si risolve etichettando semplicemente come ‘fascisti’ gli avversari ma adeguandosi con azioni strategiche che rispondano alle esigenze del mondo che cambia. L’uomo, da quando è nato, sente l’esigenza di opporsi all’altro con idee che il tempo giudicherà se giuste o meno. Insomma, ritengo che la sinistra non ha la bacchetta magica per giudicare cos’è giusto o sbagliato in questo memento di confusione ma deve svegliarsi a correre alla pari con gli avversari che si trovano in grande rimonta.

Pensa che prima o poi i senatori ce la faranno a portare a termine la riforma?

Confido nell’intenzione del governo PD alla riuscita, seppur ritardata, di questa riforma importante per il nostro paese. Questo governo credo abbia compreso l’importanza dell’inclusione, su quella dell’esclusione, di persone che costituiranno il vero futuro di questo paese. Attribuire a loro un’identità, è garanzia di ricchezza e con questo non stiamo scoprendo l’acqua calda. Basta guardarsi attorno e soprattutto sopra di noi e capiamo che altri hanno già, sapientemente, percorso questo sentiero. Io dico sempre, con tutto il rispetto per i leghisti, che se fossi rimasto chiuso nel mio vilaggio/città albanese, forse sarei diventato un perfetto leghista. È l’uscire fuori dal mio recinto che mi ha permesso di trovare la mia vera identità che è semplicemente quella di un uomo curioso che vuole conoscere il diverso e/o sconosciuto perché lo considera ricchezza.   

 

 

 

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