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La dichiarazione dei redditi dei collaboratori domestici

Anche colf, badanti e babysitter devono presentare la dichiarazione dei redditi. Come si fa e che modello devono utilizzare

Tutti i collaboratori domestici, indipendentemente della cittadinanza, hanno l’obbligo di fare la dichiarazione dei redditi quando questi superano la soglia minima di € 8.000 lordi all’anno.

Sono previste delle sanzioni per coloro che, nonostante hanno l’obbligo di fare la dichiarazione dei redditi, si astengono di farlo. La dichiarazione dei redditi permette inoltre di chiedere agevolazioni fiscali, come quelle spettanti per il coniuge o familiare a carico. Tra le altre cose, è indispensabile per ottenere il bonus Irpef che può arrivare fino a € 960,00.

Il datore di lavoro domestico  non è un sostituto di imposta e quindi non può fare le trattenute e i versamenti di imposte previsti dalla legge. Il lavoratore deve quindi presentare allo Stato la dichiarazione dei redditi, che altro non è che il resoconto dei guadagni percepiti nell’anno precedente, quindi nel 2016 si presentano i redditi del 2015.

Prima di fare la dichiarazione, il lavoratore domestico deve richiedere al datore di lavoro la certificazione sostitutiva dei compensi  che riepiloga tutti gli stipendi pagati (chiamato anche,  impropriamente, CUD). Il datore di lavoro è tenuto a consegnare questo documento almeno 30 giorni prima della data di scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi oppure al momento in cui cessa il rapporto di lavoro. Al lavoratore servono anche  le ricevute di tutti i contributi versati all’Inps nell’anno di riferimento.

I lavoratori domestici (colf, badanti e baby-sitter) possono presentare la propria dichiarazione dei redditi sia con il modello 730 sia con il modello Unico. Per la prepararla, ci si può affidare ad un centro di assistenza fiscale, cosiddetto CAF, oppure ad un intermediario abilitato.

Se dalla dichiarazione presentata con il modello 730 emergerà un credito a favore del lavoratore, il rimborso di tale importo viene eseguito direttamente dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente postale o bancario dell’interessato (i dati devono essere inseriti già nella dichiarazione fiscale). Se invece ci sarà un saldo a debito che il lavoratore deve pagare allo Stato, l’intermediario ovvero il CAF consegna all’interessato il modello F24 con gli importi da pagare entro la data di scadenza indicata.

Maria Elena Arguello, Stranieriinitalia.it

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