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La partecipazione albanese alle elezioni del 26 maggio in Italia

Le riflessioni di alcune persone che di immigrazione e integrazione si occupano a vario titolo 

 

Mai come questa volta si era vista un numero così grande di italiani di origine albanese candidati alle elezioni amministrative.
Sono oltre 130, dal nord al sud, che si candidano per consiglieri, e purè come sindaci (come Ina Dhimgjini a Livorno oppure Agim Lorenzo Danaj a Spinea), con liste civiche (come per esempio Eva Meksi, Uljana Gazidede a Bari, Kozma Mone e Irene Pisku a Corato, Aleksandër Muzhani a Bastia Umbra, Sara Metushi a Foligno, Rovena Gjoni a Terni, Edlira Mimani a San Giovanni Valdarno, Aljon Kociu e Alida Qukaj a Firenze, Dashamir Kruja a Biella, Jozef Gjura a Vercelli, Sonila Alushi a Bergamo ecc.) o grandi partiti di qualsiasi colore politico (come Borana Tartari (Bergamo), Gentjan Rizo (Biella), Ornela Sejdini (Ferrara) col PD; Blerina Hila (Savignano sul Rubicone), Adrian Abazi (Spinea) con il Movimento 5 Stelle; Armando Zotaj (Casale Monferrato), Anisa Rama (Bergamo), Mirushe Koçi (Prato) con Forza Italia; Vojsava Meciti (Agliana), Esmeralda Sinanaj (Mariano Comense) e Alfred Pepa (Reggio Emilia) con Fratelli d’Italia; Verona Jaku (Castelfiorentino), Mirela Thomai (Empoli), Gëzim Volaj (Gioia del Colle) con la Lega; Alessia Beqiri (Lecce) con Casapound). E altri ancora, elencati qui da Albania News. 

Tra i vari candidati italo-albanesi spicca Geri Ballo, candidata PD nella circoscrizione Sud che concorre per il Parlamento Europeo. 

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Di questa partecipazione, Shqiptari i Italisë ha chiesto le riflessioni di alcune persone che di immigrazione e integrazione si occupano in vario modo. 
Raccogliamo in questa pagina tutti i loro interventi. 

L’ambasciatore Anila Bitri Lani: “La politica italiana riconosce e apprezza il contributo della comunità albanese”

L’ambasciatore dell’Albania a Roma Anila Bitri Lani accoglie con gioia la partecipazione degli albanesi italiani alle elezioni amministrative ed europee. Considera questo fatto, non solo prova dell’integrazione e della maturità degli albanesi, ma anche indicatore dell’apprezzamento dalla politica italiana del contributo della nostra comunità. Si dice felice per la presenza di molte donne candidate che ormai costituiscono “una forza qualificata” che “vuol trovare il posto che le appartiene nella società”.
A Geri Ballo, così come agli altri candidati albanesi in diversi paesi dell’Unione Europea, auspica l’elezione, non solo a beneficio dei paesi in cui si candidano, ma anche dell’Albania poiché sarebbero “potenti sostenitori della causa del nostro Paese nella strada dell’integrazione in UE”.
Inoltre, l’ambasciatore è convinta che la diaspora possa portare “più maturità, energia, nuove idee” nella politica albanese, e che quest’ultima dovrebbe mostrare più attenzione, interesse, progetti e impegno per gli albanesi all’estero.
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Livia Turco: “Onore alla comunità albanese per la piena integrazione nel tessuto italiano”

Auspica che le candidature di tanti nuovi cittadini di origini albanesi ad altre “siano solo l’inizio”, che “in un futuro prossimo non si faccia caso se un candidato è nato italiano o ha origini straniere, ma si discuta solo di persone e di programmi”.
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Anilda Ibrahimi: “No all’esercito di riserva per la dispersione dei voti!”

Per i tanti candidati albanesi che vediamo in questo giro non è facile. Sono dilaniati dalla contrapposizione tra quello che sarebbe lo spirito di identità personale/realizzazione individuale e un altrettanto spirito divisivo sul piano politico e sociale, che impedirà un reale gioco di squadra, oltre che – sotto il profilo culturale – da una reale comprensione e metabolizzazione del passato recente: la sindrome degli ultimi arrivati, che colgono al volo questa opportunità, da qualunque forza politica arrivi, per tentare il salto di qualità e diventare “primi”. 
È positivo il fatto che gli oltre 150 candidati si sentono pienamente italiani ma ci vuole tempo ad essere percepiti come tali da chi ci sta intorno, e una questione identitaria che verrà risolta con le seconde generazioni senza drammi, piagnistei e vittimismi inutili. La politica non è necessariamente il barometro di una integrazione ben riuscita. Lo sono invece il numero delle imprese, sono i medici che quotidianamente vediamo nelle corsie degli ospedali, gli infermieri, ingegneri, operai, artisti, i grandi chef e i cuochi, gli studenti e tanto tanto altro. 
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Afërditë Shani: “Tanti individui impegnati, ambiziosi, ma poca comunità”

Secondo Shani, le candidature degli oltre 100 connazionali sono un ottimo sensore per misurare l’integrazione degli albanesi, ma non parlerei ancora di comunità, ma di partecipazione che i singoli dimostrano verso un compiuto senso d’integrazione, escludendo però in tale senso l’integrazione a livello aggregatoQuesto perché, l’esempio di diversi candidati consiglieri che vanno a confluire sullo stesso candidato sindaco, non è un’espressione strategica di una comunità integrata, ma casomai dei singoli integrati.
Sono pro ad ogni forma di partecipazione, e penso che ognuno di noi ha diritto ad esprimersi liberamente e scegliere in che parte politica poter contribuire con le proprie idee. Ovviamente, se si sceglie un partito che associa spontaneamente la migrazione alla criminalità e ne scarica tutte le colpe di un paese agli ultimi migranti disgraziati, nascondendosi spesso dietro falsi miti di stabilità, vuol dire che si è fatto male i calcoli con la propria identità e provenienza, e che – anzi – la si vuol nascondere come fosse una brutta macchia.
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Esmeralda Tyli: “Albanesi con Casapound e Lega? Diceva bene Gramsci, la storia insegna ma non ha scolari”

Parlando in generale, forse il primo passo forte si sta facendo, sperando che i candidati di origine straniera non siano messi nelle liste come “sfondo” o come semplicemente “numero”, bensì come voci dei propri territori, per le loro competenze, per la loro preparazione, per il loro attivismo. Alcuni candidati di origine albanese e non solo li conosco direttamente. E sono convinta nelle loro capacità.
Non riesco a capacitarmi, però, come un cittadino di origine straniera possa appoggiare forze politiche estremiste, razziste e xenofobe. Un albanese, con ancora il didietro bagnato dall’acqua del mare durante la traversata in barcone o gommone e con le gambe segnate dalle cicatrici dei graffi dei rovi sulla terra ferma per nascondersi dalle forze dell’ordine, come può scagliarsi contro chi come lui sogna la libertà?

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Klodiana Çuka: “Importante il nostro contributo attivo nella vita politica, sociale e civica italiana”

Con la candidatura di tantissimi connazionali, tutta la comunità albanese in Italia sta affermando con tenacia e forza una propria posizione, palesando che ci siamo anche noi con un ruolo attivo in questo Paese e abbiamo tanta voglia di cambiarlo, perché i nostri figli nati qui o arrivati piccolissimi in Italia, così come i figli di tutti gli italiani, ci chiedono, esigono e meritano un Italia migliore.
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Ela Daci: “Raccogliamo ciò che abbiamo seminato, ormai siamo parte del sistema”

La comunità albanese dimostra che non solo è pienamente integrata ma anche che sta iniziando a far parte del sistema, e mi rende particolarmente orgogliosa trovare nelle liste una maggioranza di donne. 
Sicuramente è un segnale politico: è ora che vengano rappresentati anche quelle minoranze e/o quelle comunità che lavorano e rispettano i diritti e i doveri come tutti i cittadini.  
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Gjergji Kajana: “I candidati albanesi, un segnale di piena inclusione oltre l’integrazione”

È la dimostrazione della piena inclusione della comunità albanese nella vita politica italiana. Questo inserimento inclusivo ha avuto diversi gradi: partito con la migrazione del ’91, è continuata con l’integrazione degli albanesi nella vita italiana. Ho avuto anch’io familiari di parenti venuti in Italia.
Nel frattempo, tutti e due i paesi sono cambiati: l’Albania in meglio perché si è aperta al mondo, l’Italia no perché sta spalancando le porte solo alle sue paure trasformandole in una profezia che si autorealizza. Bisogna impegnarsi a fermare questa deriva distruttiva per l’Italia e per tutti coloro che in essa ci abitano. Ora la nostra comunità, pienamente integrata in tre decenni, si immerge nella inclusione.
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Bruno Leka: “Le candidature di nuovi italiani, vittoria dell’integrazione sul nazionalismo”

La comunità albanese è talmente integrata che in parte soffre della stessa sindrome della comunità italiana: perdita di memoria. Da Nuovo Italiano, quando oggi sento alcuni membri della comunità albanese o italo-albanese dire “devono essere rimandati a casa loro” non nascondo la tristezza. Tristezza e delusione dovute proprio all antistoricità di queste affermazioni in quanto negli anni 90, insieme a mio padre, su quei barconi non c’erano persone africane ma bensì albanesi, che scappavano dal proprio paese per far avere una vita migliore ai propri figli.  Essendo io un figlio che ha beneficiato di quel viaggio fatto da mio padre, come posso impedire ad un ragazzo africano di avere la mia stessa fortuna? 
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K.B./Shqiptari i Italisë
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“La politica italiana riconosce e apprezza il contributo della comunità albanese”

“Politika italiane njeh e  vlerëson kontributin e komunitetit shqiptar”