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Arbri Merkaj, l’albanese integrato nel Sud

La storia di questo 28-enne residente a Foggia – dal grande sorriso che detiene mille passioni che fuoriescono nelle sue mille attività – è quella di un albanese ben integrato in Italia che, anche attraverso l’ottenimento della cittadinanza italiana, attende di essere pienamente incluso nella vita di questo paese

 

La parola “buona integrazione” di uno straniero in Italia può avere le sembianze di Arbri Merkaj, 28-enne di Fier residente a Foggia. È una terra difficile, con poche possibilità economiche. Si presenta con un sorrisone affabile e detiene mille passioni che fuoriescono nelle sue mille attività. Questo perché non sa stare fermo un attimo. Questo ci dice lui stesso di sé. Ne troviamo riscontri addentrandosi un po’ nella storia della sua vita.

Nato nel 1990 a Fier, Arbri vive in Albania fino all’età di 15 anni. È il più piccolo di tre figli. La famiglia era emigrata nel Gargano in provincia di Foggia. Il ciclo scolastico in Albania lo abbandona nel mezzo delle medie superiori al “Petro Sota” di Fier e raggiunge la famiglia nel Gargano il 2 febbraio del 2006. Si iscrive all’Istituto Tecnico Statale Commerciale per Geometri e Ragionieri “Mauro Del Giudice” di Rodi Garganico e si diploma in ragioneria e perito commerciale. Prende laurea triennale e specialistica all’Università degli Studi del Molise. La laurea specialistica è in Scienze Turistiche, su turismo e beni culturali.

La laurea triennale la dedica alla cultura della minoranza etno-linguistica arbëreshë in Puglia e Molise. Scherzando ci dice che cosi ha voluto omaggiare il proprio nome. Relatore è stato il professor Rossano Pazzagli. Si è concentrato sulle migrazioni arbëreshë verso l’Italia (l’ultima nel 1774 verso Basilicata e Molise), la loro letteratura e le comunità di Portocannone, Ururi, Chieuti, Casalvecchio di Puglia. Una volta terminata l’università ha aderito al Centro per gli studi sulle tradizioni arbëreshë “Skander” di Casalvecchio di Puglia e lavora con progetti mirati al progresso civile e culturale di questa comunità

Ha dedicato la tesi di laurea specialistica, fatta nella materia di Antropologia dei Patrimoni, al Carpino Folk Festival, che si tiene in Puglia ed è un monumento della vita culturale della regione. Aiutato nella stesura dalla docente di Antropologia Letizia Bindi, ha cosi voluto ringraziare Foggia che l’ha accolta. Il 14 dicembre 2016 la Federazione Italiana di Tradizioni Popolari (FITP) gli ha conferito un premio a Termoli in omaggio alla tesi.

Lavorando sulle tesi dopo Merkaj ha rinforzato i suoi interessi culturali. A partire dal 2017 ha svolto con profitto due tirocini formativi prendendo parte alle attività organizzate dalla Fondazione Apulia Felix, fondata dall’ex rettore dell’Università di Foggia Giuliano Volpe, e in particolar modo a quelle relative all’esperienza di successo di Parcocittà. Questa iniziativa ha coinvolto diversi giovani nella rinascita di Parco San Felice a Foggia, dove è sorto (diventando un caso nazionale positivo) un centro culturale che ospita una miriade di iniziative di vario genere. Ha avuto come tutor Anna Maria De Meo per Apulia Felix e Rita Amatore per Parcocittà. Inserito nel ruolo di tecnico della progettazione, ha gestito le fasi operative dell’attività, rapportandosi con i soggetti esterni, partecipando alla organizzazione di manifestazioni, convegni, eventi di promozione turistica e del territorio. Le stesse mansioni ha svolto per l’associazione di volontariato Aquilone.

Svolge il servizio civile nazionale volontario presso la Biblioteca del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia. Ci dice che nota interesse negli studenti per il patrimonio librario, anche quello online. Merkaj è cosi un cultore della informatica umanistica, che risponde con efficacia al bisogno culturale della comunità. Dove lui vive è di difficile reperimento l’ottenimento di libri fisici, considerata la dislocazione delle biblioteche sul territorio nazionale.

Merkaj ambisce a patrocinare progetti universitari con l’Albania. Ci dice che il suo paese ha ottime possibilità di diventare una grande metà europea del turismo.

La stampa italiana parla di lui nell’agosto del 2018. Gli dedica un intervista il settimanale “Stop”, in un pezzo curato dal giornalista Antonio D’Addio, coadiuvato dalla mediatrice linguistica e interprete Miriam Quattrini. Parlando con noi, Merkaj ci tiene a ringraziare per quella anche il direttore di “Stop” Francesco Fda De Angelis. Arbri racconta della sua infanzia e di esperienze di vita in Italia, dove si impegnò ad adattarsi al cibo italiano ed ha fatto anche i lavori in ristorazione da adolescente. Ci conferma che purtroppo in Italia il razzismo verso gli stranieri è un problema e lui lo osserva.

Si impegna anche in politica: Partito Socialista Albanese e Partito Democratico Italiano. È un ponte tra due paesi in quest’ambito, cercando di attrarre anche gli albanesi del Gargano all’attività politica. Gli chiediamo cosa ne pensa delle tante candidature albanesi e italiane alle elezioni amministrative ed europee di questa primavera. Parte affermando che anche lui vorrebbe candidarsi un giorno e poi ci dice che sono dimostrazione della avvenuta integrazione della comunità albanese in Italia. Secondo lui i candidati eletti sarebbero un’ottima via di collaborazione anche con la madrepatria e migliorerebbero ancora tanto l’immagine degli albanesi in Italia.

Merkaj ancora non è diventato cittadino italiano. La sua storia è quella di un albanese ben integrato in Italia che, anche attraverso l’ottenimento della cittadinanza italiana, attende di essere pienamente incluso nella vita di questo paese.

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