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Lavoro. Con la crisi meno italiani e più stranieri

Tra il 2007 e il 2011, mentre tra gli italiani si perdevano un milione di occupati, venivano assunti 750mila immigrati. Pesa la regolarizzazione

Roma, 18 maggio 2012 – Negli anni della crisi, la dinamica dell’occupazione dimostra che diminuiscono gli italiani al lavoro, aumentano gli stranieri.

Lo scrive oggi Repubblica.it commentando i dati Istat, secondo i quali tra il 2007 e il 2011 il numero di lavoratori in Italia è sceso di 250 mila unità. “Ma il dato – scrive il quotidiano nella sezione Economia e Finanza – si differenzia in base alla nazionalità. Sono infatti un milione gli italiani che hanno perso il lavoro, mentre 750.000 i lavoratori stranieri che sono stati assunti nello stesso periodo”.

Gli occupati sono passati da 23.222.000 nel 2007 a 22.967.000 nel 2011, un calo dell’1,9%. Percentuale che quadruplica quando si analizza il dato relativo ai soli lavoratori con cittadinanza italiana: -4,61%, da 21.719.000 a 20.716.000. Negli stessi cinque anni, però, i lavoratori immigrati hanno registrato un aumento di 749mila, circa il 50% in più.

Sulle assunzioni degli stranieri pesa la regolarizzazione di colf e badanti. E il fatto che le occupate straniere sono aumentate del 65,8%, contro il 39,8% degli uomini conferma che il lavoro domestico è soprattutto femminile. Anche se si considerano solo i lavoratori italiani, gli uomini appaiono più penalizzati delle donne, con una calo del -6,13% contro lo -2,29% in rosa.

Tra gli italiani, il calo maggiore di occupati si è registrato al Sud, dove sono spariti 423mila posti, al nord 409.000 e al Centro 173.000. Il Mezzogiorno ha invece offerto più posti agli immigrati (+ 71,3%), seguito da Centro (+55,3%) e Nord (+43,6%).

 

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