Di seguito, un quadro generale dell’integrazione della comunità albanese in Italia, preparato in base agli ultimi dati del ministero del Lavoro, da Anila Husha, esperta in immigrazione, vicepresidentessa di Occhio Blu – Anna Cenerini Bova. La relazione è stata presentata alla conferenza “Gli immigrati albanesi nel contesto della collaborazione italo – albanese”, organizzata dall’associazione Occhio Blu – Anna Cenerini Bova, con il patrocinio dell’UNAR – Ufficio Nazionale Anti Razzismo” della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la collaborazione del Centro Studi e Ricerche IDOS, nella settimana contro il razzismo
La relazione tra Albania ed Italia, in termini storici, culturali e di inter-scambio economico risulta particolarmente significativa. Tali premesse, unitamente alla prossimità geografica, concorrono a spiegare le dimensioni e la significatività della migrazione albanese nel nostro Paese.
Ad oggi, quasi un cittadino albanese su sei è emigrato in Italia. La presenza della comunità albanese si è andata consolidando a partire dal cosiddetto “esodo” di immigrati proveniente dall’Albania nella prima metà degli anni Novanta, fino a raggiungere, nel giro di un ventennio, quasi mezzo milione di presenze ed attestarsi come la seconda comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari.
Con l’incremento dei ricongiungimenti familiari sono cresciuti i processi di stabilizzazione; si rileva un passaggio dalla temporalità alla stanzialità: il maggior radicamento è dimostrato dalla rilevanza della dimensione familiare ed intergenerazionale, che vede crescere l’incidenza delle seconde generazioni.
Le principali caratteristiche socio-demografiche della comunità albanese in Italia sono di seguito evidenziate:
· Gli albanesi rappresentano la seconda comunità tra i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia e la prima comunità proveniente dall’Europa.
· I migranti di origine albanese soggiornanti in Italia al 1 gennaio 2011, risultano 483.219 pari al 13,7% del totale dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia.
· Il 54% dei cittadini di origine albanese sono uomini, la presenza femminile è pari al 46%: la composizione di genere si differenzia se confrontata con gli altri immigrati provenienti dall’Europa centro orientale (in tal caso le donne risultano il 64% del totale), presentandosi similare a quella del complesso degli stranieri non comunitari presenti in Italia, in cui prevale invece la componente maschile (uomini: 52%; donne: 48%).
· L’area di maggiore concentrazione dei cittadini albanesi è il Nord Italia, dove risiede il 61% degli appartenenti alla comunità: ciò nonostante si tratta di una concentrazione più bassa rispetto a quella registrata per il complesso degli immigrati nel paese (66%) e compensata da una maggiore presenza nel centro del paese (27,5% rispetto al 22% riferito al totale degli immigrati).
· Dal punto di vista anagrafico l’età media dei cittadini albanesi è di 30,5 anni e risulta inferiore rispetto quella riferita alla popolazione straniera complessiva (pari a 31,7 anni).
· I minori regolarmente soggiornati di origine albanese sono quasi 121mila, pari al 25% dell’intera comunità: su quattro cittadini albanesi presenti in Italia, uno ha meno di 18 anni (un’incidenza superiore di 4 punti percentuali rispetto a quella riscontrata nel complesso della popolazione straniera, pari al 21,5%).
· Gli studenti di origine albanese iscritti all’anno scolastico 2011-2012 sono quasi 103mila e occupano il 1° posto nella graduatoria delle nazionalità non comunitarie per numero di studenti inseriti nel sistema di istruzione.
· La famiglia rappresenta la principale motivazione della presenza in Italia: il 59% dei cittadini albanesi regolarmente soggiornanti è titolare di un permesso per motivi familiari. I permessi di soggiorno per lavoro rappresentano il 40%.
· La quota di cittadini albanesi in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo è superiore di oltre 10 punti percentuali rispetto al totale dei cittadini non comunitari (57% rispetto a 46%), ad indicare una notevole maturità dei percorsi migratori.
· La comunità albanese in Italia risulta la seconda tra le nazionalità dei cittadini non comunitari sia per numero di presenze complessive sia per numero di concessioni della cittadinanza italiana. Nel corso del 2012, su un totale di 40.223 concessioni della cittadinanza, i procedimenti a favore di migranti di origine albanese sono stati 5.628, pari al 14% del totale.
Per quanto concerne la condizione occupazionale:
· La comunità albanese si colloca al 1° posto per numero di occupati.
· Il 52% della popolazione albanese (di 15 anni e oltre) è occupata, un valore meno elevato rispetto a quello registrato per il complesso dei cittadini non comunitari presenti nel paese (59%);
· Il tasso di disoccupazione è pari all’15,3%, un valore superiore sia a quello relativo al totale dei non comunitari (12%) che a quello degli altri paesi dell’Europa centro orientale (9,7%).
· I due principali comparti occupazionali per i lavoratori di origine albanese sono quelli delle costruzioni e dell’industria in senso stretto, che assorbono complessivamente il 53,5% degli occupati).
· Nel 2011 i rapporti di lavoro intestati a cittadini di origine albanese di tipo dipendente risultano oltre 190mila. Significativa è la quota di lavoratori autonomi: i titolari di imprese individuali sono circa 30.000, con un incidenza sul totale dei titolari di impresa di origine non comunitaria del 10,6%.
· Nel corso del 2011, sono stati attivati quasi 94mila rapporti di lavoro per lavoratori di origine albanese; mentre i rapporti di lavoro cessati sono stati oltre 90mila, con un saldo positivo di quasi 3.200 unità.
· I livelli di istruzione si distribuiscono quasi equamente tra quelli secondari di primo grado (46%) e di secondo grado (41%), mentre bassa è l’incidenza dei titoli universitari e analoghi (5%) rispetto agli altri Paesi dell’Europa orientale (17%).
· Più della metà dei lavoratori albanesi percepisce un reddito mensile superiore ai 1.000 euro, valore decisamente superiore alla medesima quota rilevata tra i cittadini provenienti dagli altri Paesi dell’Europa centro orientale (37%) e il totale dei cittadini non comunitari (44%).
Anila Husha