Il presidente italiano in visita a Tirana, nel suo discorso al parlamento albanese, loda la “straordinaria capacità di integrazione” della comunità. E ricorda le origini arbëreshe di Francesco Crispi
Roma, 6 marzo 2014 – Gli immigrati albanesi hanno una “straordinaria capacità di integrazione” e fanno crescere sia l’Italia che l’Albania. Lo ha detto ieri a Tirana il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, parlando al Parlamento albanese nel corso di una visita ufficiale.
“Il sentimento di profonda amicizia, emerso con particolare calore nei nostri colloqui di oggi, rispecchia l’animo non solo del popolo italiano, ma anche quello dei tanti vostri connazionali che hanno fatto dell’Italia la loro patria di elezione, dando un contributo essenziale alla crescita del nostro Paese e allo sviluppo della cooperazione tra le nostre economie e società” ha detto Napolitano.
“La collettività albanese – ha ricordato il Capo dello Stato – rappresenta oggi la seconda comunità straniera residente in Italia per numero, ed ha mostrato straordinarie capacità di integrazione nel tessuto sociale, di intelligente dinamismo lavorativo ed imprenditoriale nel nostro Paese, pur conservando la ricchezza della propria cultura, della propria tradizione, che hanno radici antiche nel nostro Paese e nelle comunità storiche albanesi esistenti in alcune regioni italiane”.
Napolitano ha ricordato Francesco Crispi, figura di spicco del Risorgimento Italiano e quattro volte presidente del consiglio dopo l’unità d’Italia: “Crispi usciva dalla Comunità Arbëreshë di Sicilia, in cui i suoi avi occuparono posizioni importanti. È un esempio della grande integrazione e delle affinità intellettuali tra i nostri due popoli!”
“I cittadini albanesi residenti in Italia – ha aggiunto – hanno d’altra parte saputo fornire un contributo importante anche allo sviluppo dell’Albania. Dapprima attraverso un consistente flusso di rimesse finanziarie – che ricorda l’esperienza vissuta dall’Italia grazie ai suoi tanti emigranti all’estero – e, più di recente, mettendo a frutto – nel modo migliore – esperienze e conoscenze guadagnate in Italia, arricchendo il capitale umano del vostro Paese con le professionalità acquisite in campo scientifico, medico, giuridico, culturale”.