Celebrata venerdì, 21 dicembre, la Costituente del movimento di estrema destra che vorrebbe schierare l’esercito per difendere il “suolo patrio” dall'”invasione” degli immigrati.
Il segretario nazionale: “Non siamo razzisti, ma prima gli italiani”
Roma, 24 dicembre 2012 – “Nasce oggi una nuova era”. Lo ha annunciato venerdì mattina a Roma Alessandro Gardossi, segretario nazionale di Alba Dorata Italia, celebrando la Costituente del nuovo partito di estrema destra, che vorrebbe correre alle prossime elezioni politiche. Importando nel Belpaese le idee xenofobe e tutto il resto dell’armamentario ideologico del movimento nato in Grecia che si fregia di una svastica (pardon, loro lo chiamano “meandro”).
Prima, naturalmente, bisognerà vedere se Gardossi e i suoi cinquecento iscritti riusciranno davvero a presentare una lista. “Il sistema mafioso ha deliberato che le nuove formazioni politiche debbano presentare 60.000 firme in un mese” scrivono sul loro sito, e se promettono che ne raccoglieranno addirittura il doppio, intanto dicono di aver “attivato i nostri costituzionalisti” per invalidare le elezioni. Per poi aggiungere un illuminante: “Ce ne freghiamo!”
Intanto, sullo stesso sito, Alba Dorata definisce l’immigrazione “un’invasione maledettamente programmata”. Da chi? Dai “poteri massonico – bancari” nel “loro folle progetto di globalizzazione”. Perché se “l’immigrato rappresenta la febbre, quella immediatamente percepibile a livello sociale” , la malattia “sta altrove”.
Tutti gli immigrati, continua il movimento, “hanno le loro ragioni più o meno valide per sbarcare sul nostro sacro suolo. Ma ora la domanda è un’altra: perché la Confederazione italiana [sì, Alba Dorata è pure federalista n.d.r.] deve farsi ricadere addosso i mali del mondo e soprattutto tutte le conseguenze devastanti”?
Quanto al programma di governo dell’immigrazione, si riassume in pochi punti. “Mai in Italia lo ius soli”; “dispiegamento dell’esercito a difesa del suolo patrio”; creazione in Libia di “campi di raccolta confortevoli ed umani” per i profughi africani; pattugliamenti serrati nel Mediterraneo per evitare che qualche disperato riesca ad approdare sulle nostre coste.
“Non siamo razzisti – ha però spiegato oggi Gardossi – crediamo piuttosto che il sistema del mondo del lavoro sia sbagliato, perché lo Stato deve garantire l’equità favorendo possibilmente prima gli italiani. Il problema è che un paese disperato come il nostro non può accogliere altri disperati, lo Stato dovrebbe determinare le cause che sono alla base dei problemi e dare soluzioni”.
Elvio Pasca