Proposta di legge che vede come primo firmatario il deputato della Lega Alessandro Montagnoli e che e’ stata sottoscritta da altri 25 parlamentari del Carroccio
Roma, 5 marzo 2011 – Gli immigrati disoccupati costano troppo alla comunità e sono aumentati dagli ultimi due anni. Per quelli che hanno perso il lavoro occorre dimezzare i tempi di permanenza nelle liste di collocamento da sei a tre mesi. Trascorso questo periodo, se non troveranno un nuovo impiego andranno espulsi.
Lo prevede una proposta di legge che vede come primo firmatario il deputato della Lega Alessandro Montagnoli e che e’ stata sottoscritta da altri 25 parlamentari del Carroccio. Nella stessa proposta, si chiede un contributo di perequazione (da versare al Comune) a carico del datore di lavoro che assume cittadini extracomunitari, pari al 5% del costo del lavoro e da destinare “a scopi socio-assistenziali”.
Secondo il rapporto 2011 del ministero del Lavoro, negli ultimi due anni, ricorda Montagnoli, il numero di disoccupati presenti in Italia e’ passato da 1,7 milioni nel 2008 a oltre 2 milioni nel 2010, con una variazione percentuale della componente straniera superiore al 60% (104mila unita’). Per quanto concerne l’utilizzo di ammortizzatori sociali, i beneficiari stranieri dell’indennità’ di mobilità nel 2009 sono incrementati del 28,9%, a fronte di una crescita complessiva del 9,6% e della componente italiana dell’8,3%, mentre per la disoccupazione non agricola l’aumento dei percettori stranieri e’ risultato del 65,4% nel caso di requisiti ordinari e del 3,3% nel caso di requisiti ridotti.
Lo stesso rapporto, ricorda Montagnoli, contiene una previsione del fabbisogno di manodopera nel periodo 2010-2020, strutturata su tre ipotesi: uno scenario minimo, secondo il quale non ci sara’ alcuna necessita’ di ulteriore manodopera nei prossimi dieci anni; uno scenario intermedio dal quale risulta un fabbisogno di manodopera praticamente nullo per il 2011 e in esigua crescita dal 2015 (510mila lavoratori) e uno scenario alto, che si differenzia dall’intermedio solo per una previsione di fabbisogno leggermente piu’ consistente dal 2015 (per 840mila unita’).
“E’ indubbio – sottolinea Montagnoli – che il cittadino extracomunitario rappresenti un maggiore costo collettivo per il nostro Paese, in termini assistenziali, sanitari e di tutele sociali in generale. Per questi motivi, e poiche’ nei prossimi anni si stima non ci sara’ piu’ grande necessita’ di lavoratori extracomunitari e per il maggior costo che tale tipologia di lavoratore rappresenta per l’Italia, e’ opportuno stabilire un contributo di perequazione a carico del datore di lavoro che stipula contratti di lavoro con un cittadino extracomunitario e una riduzione da sei a tre mesi del periodo di iscrizione nelle liste di collocamento per il lavoratore straniero in possesso del permesso di soggiorno che perde il posto di lavoro”.