Nella splendida cornice della suggestiva Sala Accademica dell’Istituto Pontificio di Musica Sacra, sabato (27 maggio) pomeriggio, a Roma, si è tenuto il concerto “Scutari Mater Nostra”, voluto ed organizzato sotto il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica d’Albania presso la Santa Sede e Ordine di Malta, in occasione del 550esimo anniversario della Madonna di Scutari.
Il Capo della suddetta Ambasciata, Sua Eccellenza Visar Zhiti, ha ringraziato gli innumerevoli ospiti, albanesi e italiani, che gremivana la sala all’inverosimile. Inoltre ha ricevuto gli illustri invitati del Corpo Diplomatico accreditati in Vaticano e l’arcivescovo della diocesi albanese Sua Eccellenza Mons. Angelo Massafra, dando a tutti il benvenuto e invitando i presenti a vivere questo momento come un dono concesso dalla Madonna di Scutari. Ricordando che la figura simbolo dell’amore materno, ma anche dell’amore fraterno, la Madonna del Buon Consiglio, unisce il popolo albanese e quello italiano in una univoca e celestiale devozione.
La serata è stata delineata dalla reciproca collaborazione artistica tra gli interpreti albanesi ed italiani; i brani eseguiti hanno riflesso la poliedricita e le capacità degli esecutori.
Sul palco sono saliti dei veri professionisti e maestri nell’ambito musicale. Come il grande tenore Piero Giuliacci , che ha solcato i maggiori teatri del mondo. Con suo timbro vocale e la sua interpretazione , è uno degli ultimi rappresentanti del bel canto italiano. Ha deliziato il pubblico con la sua potente esecuzione dei brani: “Oh, tu che in seno agli angeli” tratto dall’opera “La forza del destino” di G. Verdi e “Come un bel dì di maggio” da “Andrea Chenier” di Umberto Giordano, suscitando l’entusiasmo dell’intera sala e duettando, in un crescendo di emozioni, con la soprano Ana Lushi, in ‘Già nella notte densa”, tratto dall’opera Otello di Giuseppe Verdi.
Ed è proprio l’artista Ana Lushi, scutarina, conosciuta da un vasto pubblico di melomani, protagonista di innumerevoli interpretazioni in diversi teatri e sale concertistiche , ad emozionarci con il suo inconfondibile colore di voce, tale da valergli la denominazione di “Voce d’Angelo”. Il soprano Ana lushi ha interpretato magistralmente il brano “C’era una volta il west”, dell’autore premio Oscar Ennio Morricone, per proseguire con il complesso brano: “Tu, che le vanità” tratto dall’opera di Don Carlo di G. Verdi e per concludere con il meraviglioso brano “Ebben, ne andrò lontano” tratto dall’opera La Wally, di A. Catalani. Le esibizioni del tenore italiano e della soprano albanese sono stati magistralmente accompagnati al pianoforte dall’eccelente maestro Davide Clementi, che ha espletato le sue capacità concertistiche eseguendo il brano”Danza del fuoco” di Manuel De Falla.
Durante la serata si sono intrecciati i capolavori della musica classica mondiale e le composizioni di artisti albanesi. Si è esibito con “Viaggio nella memoria”, un brano da lui composto, un altro artista albanese, Lodi Luka, il quale sebbene molto giovane, ha mostrato a una maturità artistica di alto livello.
Inoltre sono stati invitati salire sul palco i bravissimi artisti della Formazione d’archi, composta dai violini Francesk Marashi, Alessandra Formichella, Luigi Martino, Florian Lekaj e dalla violincellista Laura Bregu; tutti diretti in modo ecccellente dal maestro Tonin Xhanxhafili.
Hanno entusiasmato la sala suonando i brani: Elegji, composta dal grande maestro Zef Çoba, e dedicato al fondatore della Scuola di Violino dell’Albania, l’insostituibile Maestro Gjovalin Xhanxhafili; Umoresca, composto dal maestro Gjovalin Xhanxhafili e “Meditation” di Jules Massenet, eseguiti entrambi dal direttore artistico Tonin Xhanxhafili, che dopo essersi esibito con il suo violino, ha ringraziato il Liutaio e realizzatore sig. Luciano Improta.
La successiva esecuzione ha visto avvalersi di uno strumento raro e di inestimabile valore: Il Grande Organo Mascioni, che ha regalato ai presenti emozioni forti, soprattutto perché suonato dal bravissimo artista albanese Oliver Gruda, che si è esibito con il brano: ‘Toccata in re minore” di J. S. Bach. Per finire la Formazione Orchestrale ci ha regalato il brano “Toreador” tratto dall’opera “Carmen” di Bizet.
I presenti, inoltre, hanno avuto modo di ascoltare l’intervento del giornalista di Radio Vaticana, il sig. Graziano Motta, che ha ribadito il concetto della fratellanza tra i nostri popoli, di questo sentimento che ha saputo resistere nel tempo, nonostante le intemperie che il secolo scorso ha riservato soprattutto al popolo albanese, che oggi attraverso i suoi artisti porta la musica agli Angeli, pregandoli di essere i custodi delle nostre anime, affidandole all’amore eterno di Maria.
Eliza Çoba