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Il caso. Sei un immigrato? Non puoi rispondere al 118!

In Lombardia l’Azienda regionale di emergenza e urgenza cerca operatori telefonici, ma tra i requisiti inserisce la cittadinanza italiana. Avvocati per Niente: “La legge non ammette discriminazioni”

Milano, 13 luglio  2014 – Puoi comprendere e parlare benissimo italiano, ma se sei un immigrato non puoi fare il centralinista del 118. E poco conta che ad aver bisogno di un’ambulanza potrebbe essere anche un cittadino straniero.

Sembra pensarla così l’Azienda regionale di emergenza e urgenza (Areu),che in Lombardia gestisce il soccorso sanitario extraospedaliero. Sta infatti cercando nuovi operatori per le sue sedi di Brescia, Milano e Varese, da pescare tra lavoratori cassintegrati, ma nei bandi ha inserito tra i requisiti anche la cittadinanza italiana.

Nei bandi non c’è invece alcun riferimento a una perfetta conoscenza della lingua italiana, che certo, soprattutto in situazioni di emergenza, può fare la differenza. L’associazione Avvocati per Niente, APN, ha quindi scritto ai vertici dell’azienda chiedendo di eliminare questa ingiustificata e illegittima discriminazione.

Il direttore generale di Areu Alberto Zoli ha risposto al sollecito di Avvocati per niente ammettendo l’errore, ma prospettando una soluzione che pure è sbagliata.

Secondo quanto riporta l’agenzia Redattore Sociale , l’Azienda ha infatti intenzione di allineare il nuovo bando, la cui scadenza è stata prorogata al 30 luglio, all’articolo 38 del decreto legislativo 165/2001. Questo però regola il lavoro nella pubblica amministrazione, ammettendo le assunzioni di cittadini ue e di cittadini extraue che hanno un permesso per soggiornanti di lungo periodo. Ma cosa c’entra questo con il lavoro all’Areu, che non sarebbe subordinato?

“Non c’è nessuna norma di legge che consente di introdurre differenze tra cittadini italiani e stranieri in attività lavorative non subordinate “ fa notare l’avvocato Alberto Guariso (APN). “Devono semplicemente scrivere che il bando e’ destinato a cassintegrati italiani, comunitari ed extracomunitari, a prescindere dalla durata del titolo di soggiorno”.

EP
 

 

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