Li propone il governo nel “Documento italiano per l’Europa”. “La libera circolazione è una conquista, dalla reintroduzione dei controlli interni danni incalcolabili”
Roma, 23 febbraio 2016 – Eurobond, cioè obbligazioni emesse e garantite dall’Unione Europea, per finanziare la gestione delle frontiere esterne. Un modo per dividere il carico tra tutti gli Stati membri e reperire risorse indispensabili per governare a livello europeo l’emergenza profughi.
È una delle proposte presentate ieri dal governo nel cosiddetto “Documento italiano per l’Europa”. Palazzo Chigi e Ministero dell’Economia hanno preparato una “Proposta strategica dell’Italia per il futuro dell’Unione Europea: crescita, lavoro e stabilità”, che parla anche delle “nuove sfide strutturali rappresentate dal flusso di migranti e richiedenti asilo”.
Quelle sfide, ribadisce il documento, hanno bisogno di una “risposta comune europea” che non passa per la costruzione di muri. Il trattato di Schengen, quindi la libera circolazione, è una delle “maggiori conquiste dell’integrazione europea e deve essere preservato e rafforzato”, e ogni rafforzamento dei controlli alle frontiere interne danneggia la libertà di movimento dei lavoratori e dei beni, “con conseguenze negative dall’impatto imprevedibili”.
Il governo italiano chiede invece un “politica sui rifugiati a lungo termine”, che divida la responsabilità del controllo delle frontiere esterne tra l’Ue e i paesi membri di frontiera, come l’Italia. “Risorse umane e finanziarie dell’Ue dovrebbero completare gli interventi nazionali per i soccorsi, l’amministrazione dei punti di crisi (hospot) e la prima integrazione dei rifugiati che raggiungono la frontiera europea”.
Nel documento si delinea una soluzione “win win”, dalla quale tutti guadagnerebbero. Si tratta di “bilanciare i costi a breve termine per finanziare la nuova politica con i benefici a lungo termine derivanti da un processo di transizione e integrazione più ordinato”. Per fare tutto ciò servono però “differenti fonti di finanziamento”. E questo giustificherebbe, suggerisce il governo italiano, “il ricorso a meccanismi di finanziamento mutualistici che potrebbero comprendere l’emissione di bond comuni”.
EP