Il 29 Maggio, in contemporanea con l’Infiorata, come ogni ultima domenica di maggio da anni, la comunità albanese si riunisce nella piccola città di Genazzano, a 48 km da Roma, per la messa in lingua madre ma anche per ritrovarsi e ballare insieme
Seguendo una tradizione ormai pluriennale, iniziata dal gruppo albanese di Re di Roma e da Ndue Lugja, gli albanesi di Roma e non solo, si riuniscono l’ultima domenica del mese di maggio per il pellegrinaggio di Genazzano, per vedere la santa icona della Madonna del Buon Consiglio e seguire la Messa, ma anche per incontrarsi tra di loro e festeggiare insieme all’aria aperta.
Anche quest’anno è stato il Rettore della Chiesa degli Albanesi a Trastevere, San Giovanni della Malva, l’arbëresh don Pasquale Ferraro, l’organizzatore di quest’evento, mentre la messa è stata celebrata dall’Arcivescovo di Shkodër-Pult Monsignor Angelo Massafra.
In lingua albanese, ha esortato i fedeli alla devozione e perseveranza spirituali ed alla coesione sociale, radunando a sé i bambini presenti, come messaggeri e portatori della pace di Cristo nelle loro famiglie. Il cappellano don Gjovalin Sukaj ha ringraziato le ambasciate albanesi presenti ma ha sottolineato come ciascun albanese sia ambasciatore della propria cultura albanese nella vita quotidiana.
La Messa si è chiusa con l’esecuzione dell’inno albanese. Tra i numerosi partecipanti, anche non cattolici di tutto il Lazio, un gruppo di Pistoia e dei fedeli arrivati dall’Albania, come il rapsodo Zef Ndroqi che vi partecipava per il quarto anno consecutivo e che suonò dei versi epici composti da lui, con la lahuta, uno strumento tradizionale albanese monocorde.
Infatti la festa che ha seguito la cerimonia religiosa sembrava essere un festival, per la varietà dei simboli tradizionali, degli strumenti musicali, dei canti e dei balli. Oltre al dj, sono stati in sette a cantare, professionisti e non, canzoni del Nord e balli del Sud, per la gioia di quegli immigrati cui manca la festiva quotidianità albanese fatta di pretesti per ballare.
Le tovaglie sull’erba con byrek, gli altri cibi albanesi e il raki; la posizione geografica ed il panorama echeggiavano quei picnic della primavera albanese sopra il castello Rozafa di Scutari, nella collina di Apollonia od altri luoghi di villeggiatura dal grande richiamo spirituale e storico.
Fioralba Duma
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