Il cavaliere e la teoria della gnocca senza confini. Così parlava con Nicole Minetti dell’accompagnatrice di un consigliere regionale del Pdl. Più o meno lo stesso aveva detto a Berisha a proposito delle ragazze albanesi
Roma, 2 maggio 2012 – Le “romene”? Sono presentabili solo se sono belle. È l’ennesima chicca del Berlusconi-pensiero, regalata alla sua “consigliera bravissima” Nicole Minetti in una delle conversazioni telefoniche intercettate nel corso delle indagini sul Ruby-gate.
Nell’agosto del 2010 Minetti racconta al premier di essere andata a cena a Villa d’Este, lussuoso ristorante sul lago di Como, con Giorgio Pozzi, altro consigliere regionale del Pdl, che definisce “matto come un cavallo”. “Fa ridere è simpatico, ma è matto” insiste, e per dare un’idea di quanto sia bizzarro il suo collega al Pirellone racconta: “C’aveva lì una rumena”. Berlusconi stenta a crederci: “C’aveva una rumena?”, “Ti giuro” assicura la sua interlocutrice, e giù risate.
Ora, per capire cosa intendano Minetti e Berlusconi per “rumena” basta un piccolo sforzo di immaginazione: nel loro lessico familiare la nazionalità diventa un mestiere, magari il più antico del mondo, come quando si dice “la mia filippina” al posto di “la mia collaboratrice domestica”. Di certo, ai due, basta dire “rumena” per intendere una signora poco adatta a una serata di gala.
Non è, però, sempre così. Anche per una romena, nell’italian dream berlusconiano, è possibile il riscatto sociale.”Ma presentabile o no?” chiede infatti l’allora presidente del Consiglio, “Fighissima” risponde Minetti, “Ah, e allora…” ribatte lui tranquillizzato. Davanti alla bellezza, non c’è nazionalismo (o razzismo, fate voi) che tenga.
Su questo punto, a Berlusconi va riconosciuta una certa coerenza, in privato come in pubblico. Se le “cene eleganti” di Arcore erano infatti frequentate da bellezze arrivate dai quattro angoli il mondo, la teoria della gnocca che non conosce confini è stata da lui ribadita anche a favore di telecamere durante seriosi impegni di Stato.
Il 12 febbraio 2010, ad esempio, il primo ministro albanese Sali Berisha era in visita ufficiale a Roma. All’ incontro con Berlusconi a Palazzo Chigi seguì la consueta conferenza stampa congiunta. Si parlò, tra le altre cose, di lotta all’immigrazione clandestina. Berisha disse che non dovevano più esserci flussi criminali verso l’Italia, il Cavaliere chiosò con il solito sorriso: “Facciamo qualche eccezione per le belle ragazze”.
Elvio Pasca