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Borana Tartari, dall’impegno sociale alla politica

“La pazienza è la virtù dell’amore. E solo con rispetto, lavoro e amore si possono vincere i pregiudizi”

 

Sono tantissimi (oltre cento) gli albanesi d’Italia che si candidano alle elezioni amministrative del 26 maggio 2019. Tra i candidati alle amministrative (elencati qui da Albania News), si nota l’appartenenza ai più vari colori politici, dal Nord al Sud dell’Italia, principalmente nelle file delle liste civiche, ma non mancano quelli impegnati con i loghi dei grandi partiti italiani, dal PD al Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Ci sono candidati perfino nelle file della Lega oppure Casapound, forze che si rifanno a politiche per niente “amichevoli” con chi italiano non è per nascita.

Tra i vari candidati italo-albanesi spicca Borana Tartari, una giovane donna, umile ma competente, che si definisce “albanese di nascita e di esperienza della vita di gioventù”, ma anche “italiana con l’intenso vissuto sociale, culturale, politico”. La sua candidatura si distingue non tanto dalla doppia appartenenza, quanto e soprattutto per l’impegno sociale pluriennale da cui proviene. Un’esperienza che le ha permesso di conoscere la realtà sociale e di toccare con mano i problemi delle persone, ma anche la forza e la voglia di mettersi al servizio della propria città. Insomma, una candidatura “dal basso”, ma proprio per questo molto autorevole.

Shqiptari i Italisë: Borana, allora hai deciso di candidarti…

Sì, mi sono candidata con il Partito Democratico per il consiglio comunale di Bergamo, in sostegno, per il secondo mandato, di Giorgio Gori.

Quali sono i motivi della tua candidatura?

Vivo ormai, da tanti anni a Bergamo. Il mio impegno quotidiano nella vita sociale e la mia passione di lavorare in squadra, mi ha fatto diventare un’attiva cittadina di questa città, una cittadina culturalmente arricchita grazie, sia alla doppia appartenenza, albanese di nascita e di esperienza della vita di gioventù e italiana con l’intenso vissuto sociale culturale politico, sia al vissuto anche quello molto intenso dell’esperienza migratoria. 

Com’è stato il tuo percorso migratorio?

La strada della migrazione non  è stata per niente facile. Tanti sacrifici e sofferenze, ma senza perdere mai l’obiettivo che sembrava lontano, di riuscire ad essere qualcuno, di poter contare a Bergamo, non come un numero, ma contare come una persona che riceve dalla comunità, ma anche che trasmette un servizio alla crescita della stessa. 

Oggi felicemente dico che i due paesi da cui ho ricevuto affetto e attenzione, istruzione e formazione sono Albania e Italia. L’Italia è anche il paese di nascita dei miei due figli che senza senz’altro saranno il futuro ponte che conserva e manda avanti i legami dei due nostri paesi.

E come dico spesso, la pazienza è la virtù dell’amore. E solo con rispetto, lavoro e amore si possono vincere i pregiudizi.

Hai studiato giurisprudenza e poi ti sei impegnata nel sociale. C’è un legame tra le due cose?

Il mio percorso di studi in giurisprudenza presso l’Università di Bergamo è stato importante per far parte dell’associazione “Sconfinando” dove ho esercitato le mie competenze professionali e dove ho imparato lavorare in squadra.

Da lì ho iniziato a vedere quanti cittadini albanesi mi circondavano nella comunità di Bergamo, realtà che non avevo notato prima, per gli impegni di studio e lavoro, ed insieme a loro, ho conosciuto la forza di una donna straordinaria che mi ha motivato di andare avanti, facendomi parte del suo gruppo di lavoro.

Da quel momento ho iniziato a studiare in modo dettagliato le leggi sull’immigrazione, e tutto quello che c’era da sapere per essere più attenta nell’aiuto e nel servizio verso la comunità albanese e non solo, riguardanti tutte le pratiche (permessi di soggiorno, richieste di cittadinanza, mediazione presso diverse istituzioni, ospedale, carcere ect).

Quindi hai fatto la mediatrice culturale…

Durante questi anni grazie alla mia professione di mediatore culturale, ho potuto sentire e vivere il dolore di tante famiglie albanesi, le quali nella disperazione più totale, sono partite verso l’Italia per salvare la vita dei propri piccoli da malattie spaventose come cancro, leucemia, trapianto di fegato, malattie degenerative ecc, situazioni che hanno trovato una soluzione grazie alla legislazione italiana che è molto attenta nel salvaguardare la vita e il futuro dei minori offrendogli la possibilità di vivere in Italia il tempo necessario. Tutte queste situazioni mi hanno resa più forte , ma anche più combattiva e decisa nella missione di aiutare quelli che hanno bisogno.

Mentre tutte queste storie e questi fatti seguivano l’un l’altro ce da dire che la presenza della rappresentanza albanesi, delle nostre autorità nella vita di una comunità cosi numerosa è stata quasi assente!

Quindi c’è un’esigenza di integrazione e di rappresentanza?

Le lotte giornaliere che raccontano la storia di ogni cittadino albanese, quello immigrato da anni, oramai integrato da non “riconoscersi” più come tale, a quello appena arrivato, con i suoi problemi di orientamento e di paura, oppure del giovane detenuto nella casa circondariale, oppure di quelle famiglie rinchiuse per mesi in una stanza d’ospedale con la speranza di poter vivere insieme ai propri cari anni di vita in più, mi hanno fatto capire che la parola “integrazione” è un processo infinito, che ha bisogno di arricchirsi ogni volta di più per essere un processo di buona convivenza e di successo. 

Cosa significa per te essere candidata alle elezioni prossime amministrative?

Essere candidata in queste elezioni storiche per il numero elevato di candidati di origine albanesi in tutta l’Italia, ma anche per la criticità del momento politico che sta attraversando l’Italia, mi riempie di gioia ed orgoglio, verso me stessa, verso la mia famiglia, mio marito e i miei due piccoli Christian e Amla Sophie non solo perché il mio contributo di questi anni è stato apprezzato dalla comunità locale, ma sopratutto perché penso che la mia esperienza, il mio percorso personale in questi anni, il bisogno in questo momento storico della partecipazione dei neo cittadini nella vita politica, ma anche la mia doppia cittadinanza può essere un valore in più nelle politiche e nell’arricchimento della vita socio-politica a Bergamo.

Ha un significato per te il legame tra l’Italia e l’Albania? E che ruolo ha la migrazione?

L’Italia e l’Albania possono vantare una storia comune unica, fatta di successo per quanto riguarda il processo difficile di immigrazione/integrazione. Una storia iniziata più di 500 anni fa, quando gli emigranti arrivarono nel sud d’Italia prendendo il nome Arberesh, in onore della loro terra amata Arberi dalla quale decisero di andare via per non essere schiavi del’impero ottomano e per conservare la fede cristiana. Questa immigrazione è stata generosa con la bella Italia, perché negli anni ha dato scrittori, politici, attori, numerose figure che hanno lasciato il proprio segno nella vita di un paese democratico ed europeo come l’Italia, a cominciare da Antonio Gramsci, Geronimo de Rada,  e altri. Tutti figli di due nazioni, figli del mondo, che hanno dato la vita e hanno messo a disposizione il loro intelletto per un mondo migliore.
Dopo gli anni Novanta c’è stata una seconda ondata di immigrazione, ondata che ha iniziato a dare i suoi primi frutti adesso e che sono sicura che sarà decisiva nella buona politica italiana degli anni a seguire. La migrazione è un ponte che lega persone e popoli.

Cosa ti aspetti dalle elezioni che ti vedono protagonista? 

Innanzitutto voglio invitare tutti i miei concittadini, italiani e non, ad uscire dalle case il 26 maggio ed a votare. La cosa più importante sarà proprio questa: fare uso di un diritto e dovere fondamentale per ogni cittadino di un paese democratico.
In particolare invito tutti i cittadini di Bergamo a votare Giorgio Gori per l’innovazione, la gioia di vivere e l’entusiasmo che ha dato a questa città e a scrivere il mio nome sulla scheda elettorale per avere tutti quanti insieme la possibilità di contribuire, attraverso anche la mia rappresentanza, per rendere Bergamo una città ancora più inclusiva e da mille progetti di pari opportunità.

Shqiptari i Italisë
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