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Centri di Identificazione e Espulsione, carceri di innocenti

“I CIE purtroppo continuano ad essere luoghi nei quali alcuni diritti umani e civili sono sospesi”

È questo uno dei passaggi che mi ha colpito di più nell’articolo del Coordinatore nazionale del Forum Immigrazione PD, Marco Pacciotti, pubblicato sul quotidiano L’Unità il 27 aprile 2012.

Perché è la pura verità.

I CIE (Centro Identificazione e Espulsione)  e i CARA (Centro Assistenza Richiedenti Asilo), sono parte d’Italia che pochi conoscono, spesso nascosta con meticolosità, come la polvere sotto un tappeto persiano d’epoca, ostacolando la divulgazione delle informazioni, impedendo la stampa ad entrarci e a svolgere il proprio dovere: informare.

L’era berlusconiana, oltre al degrado politico, economico e sociale, ha portato una serie di misure per nulla democratiche e prive di umanità, distruggendo ogni base di accoglienza e di politiche per l’integrazione, già di per sé molto deboli negli ultimi 20 anni.

Urge una risposta politica immediata alla questione CIE, a questi lager dell’era moderna, dove le vite umane perdono la dignità.

Proprio su quest’urgenza di risposta politica concreta sui CIE e i CARA, e sulle politiche per l’immigrazione e l’integrazione in generale, il Forum Immigrazione PD ha basato la sua attività in scala nazionale, con iniziative e proposte concrete. Un anno fa’, l’appello del Forum “Fuori gli innocenti dal carcere” e subito la promozione insieme ad altre organizzazioni della campagna “ LasciateCIEntrare” denunciando così gli impedimenti alla stampa a entrare nei CIE, per svolgere il proprio dovere, cioè informare correttamente su queste realtà.

L’articolo di M. Pacciotti è uno specchio sui punti di vista del Forum Immigrazione PD sulla questione CIE e sull’esigenza della soluzione immediata di questa questione, chiudendo così un periodo molto buio iniziato con la legge Bossi – Fini, proseguendo poi con il “pacchetto” sicurezza Maroni, che tanti danni hanno portato al processo di integrazione dei cittadini di origine straniera nella società italiana.

Quegli stranieri trattati peggio dei carcerati
Riflettori sui CIE
Di Marco Pacciotti, Coordinatore Forum del PD

Quando un anno fa il governo Berlusconi decise di prevedere la possibilità di «trattenimento» fino a 18 mesi dei migranti nei Cie, Centri di identificazione ed espulsione,  come Forum Immigrazione del Pd lanciammo l`appello «Fuori gli innocenti dal carcere». Sostenuti da l`Unità raccogliemmo migliaia di firme di tante persone indignate. In quell`occasione promuovemmo insieme ad altre organizzazioni la campagna «LasciateClEntrare» in cui denunciavamo una circolare amministrativa che impediva l`accesso a queste strutture alla stampa, negando de facto ai cittadini italiani di essere informati correttamente. L`aberrazione di un atto amministrativo che negava un diritto costituzionale era solo l`ennesimo provvedimento liberticida e illiberale di quel governo sul fronte dei migranti. A distanza di quasi un anno e con un governo diverso da quello di allora, la campagna riparte. Dal 23 al 28 aprile abbiamo visitato con deputati e senatori diversi Cie, per riproporre all`attenzione dell`opinione pubblica e del Parlamento una realtà poco conosciuta. I Cie purtroppo continuano ad essere luoghi nei quali alcuni diritti umani e civili sono sospesi. L`uso della parola «trattenimento» in riferimento ai migranti presenti in questi luoghi è da interpretare, nella realtà dei fatti, come detenzione. Basti pensare che alle persone «trattenute» non è consentito di uscire, né di circolare liberamente all`interno della struttura. 

Una pesante limitazione della propria libertà alla quale si somma la consapevolezza di non aver commesso reati contro persone o patrimonio. Una condizione frustrante, quella di essere innocenti ma carcerati. A rendere ancor meno tollerabile questa situazione, sono le minori garanzie rispetto a quelle riconosciute alla popolazione carceraria propriamente detta: si è detenuti senza aver avuto un processo con relativa condanna; l`assistenza legale e quella sanitaria sono spesso carenti rispetto agli standard carcerari; senza dimenticare che non sono concesse visite esterne di amici o parenti. Un Cie dovrebbe sulla carta servire a «trattenere» un cittadino straniero irregolare ai fini della sua identificazione e della sua eventuale espulsione. Il tutto in tempi brevi e in condizioni rispettose della sua dignità umana e dei suoi diritti. Attualmente, si trovano in queste strutture tipologie di migranti diverse da quelle previste. Fra questi, molti potrebbero aver diritto allo status di rifugiato o, come nel caso delle donne vittime di tratta o di violenze, dovrebbero essere accolte in strutture protette di ben altra natura. A questi si aggiungono anche i minori, che non dovrebbero neanche passare in questi luoghi. Infine esistono casi assurdi ma reali, di ragazzi nati o cresciuti in Italia che a causa della perdita di lavoro dei genitori finiscono reclusi come fossero migranti entrati clandestinamente in quella che invece è la loro patria adottiva. Se tante vicende sono state conosciute e molti singoli casi risolti è per merito dell`importante lavoro di assistenza legale svolto dalle organizzazioni per i diritti umani e da tante associazioni di volontariato. 

Con questa campagna richiameremo l`attenzione delle istituzioni su questo tema con l`obiettivo di arrivare al superamento dei Cie. 

Come Forum Immigrazione riteniamo che bisognerà arrivare a una nuova Legge che chiuda l`era della Bossi-Fini e che abolisca il «pacchetto» sicurezza Maroni, che istituendo il reato di clandestinità ha contribuito a riempire di persone senza colpe i Cie, rendendoli carceri extra ordinem. (L’Unità)

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