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Cittadinanza italiana. Caritas e Migrantes: “Legge anacronistica, serve lo ius soli”

“Lo ius sanguinis è superato, tagliare gli anni di residenza per chiedere di diventare italiani”. Presentato il XXIII Rapporto Immigrazione 2013. Nel 2012 sono state 65.383 le acquisizioni di cittadinanza italiana, circa 10.660 da cittadini albanesi

Roma – 30 gennaio 2014 – “Le procedure per l’acquisto della cittadinanza italiana rimangono ancorate ad un sistema anacronistico, legato al principio dello ius sanguinis (acquisto della cittadinanza per discendenza) ormai superato dalla maggior parte dei paesi di immigrazione”.

È il giudizio espresso da Caritas italiana e Migrantes nel XXIII Rapporto Immigrazione 2013, presentato oggi a Roma. “È opportuno – scrivono – ampliare i casi di acquisizione della cittadinanza iure soli (diritto di suolo), prevedendo innanzitutto una diminuzione degli anni di residenza legale e continuativa richiesti ad un minore nato in Italia che voglia acquisire la cittadinanza (oggi fissata a 18 anni)”.

“Stesse considerazioni – si legge ancora nel Rapporto – valgono per l’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione a seguito di lunga residenza che attualmente è fissata in 10 anni, un periodo eccessivamente lungo che in molti casi scoraggia lo straniero dall’intraprendere questa strada precludendogli la possibilità di godere di quei diritti spesso necessari per un corretto e definitivo inserimento”.

“L’ampliamento dei casi e dei modi di acquisto della cittadinanza iure soli – sottolineano Caritas e Migrantes – risulterebbe funzionale anche al superamento del ricorso strumentale al matrimonio con cittadini italiani per poter acquisire la cittadinanza, soprattutto da parte delle donne straniere”.

Nel 2012 sono state 65.383 le acquisizioni di cittadinanza italiana. Le acquisizioni di cittadinanza nel 2012 hanno avuto un incremento di oltre il 16% rispetto all’anno precedente. Disaggregando i dati per nazionalità emerge che i più numerosi sono i marocchini con il 21,5% delle acquisizioni, seguiti dalla comunità albanese (16,3%), dagli egiziani (4,7%) e dai tunisini (4,1%). Dal punto di vista della distribuzione sul territorio nazionale, le acquisizioni di cittadinanza riguardano principalmente il Nord-Est e il Nord-Ovest, mentre il Sud e le Isole, dove peraltro prevalgono le acquisizioni per matrimonio, hanno numeri molto contenuti. A livello provinciale, come nel passato, spiccano Milano, Roma, Torino, Brescia e Treviso.

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