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Due anni dalla strage di Firenze. Quando il razzismo uccide

Due cittadini senegalesi morti, altre tre feriti ed il killer suicida. È il bilancio di una mattinata da far west a Firenze. Era il 13 dicembre 2011, intorno alle 12.30 in piazza Dalmazia. Gianluca Casseri ha fermato la sua Polo grigia davanti all’edicola è sceso dalla sua auto ed è entrato nel mercatino rionale e ha sparato 4 colpi di pistola verso tre venditori ambulanti senegalesi. Mor Diop e Modou Samb sono le due vittime di un odio razziale ingiustificato. Perché Gianluca Casseri non aveva mai visto prima quei volti.

A due anni dalla cosiddetta “strage di Firenze”, la nostra collaboratrice Esmeralda Tyli esprime la sua solidarietà verso la comunità senegalese e tutti i migranti vittime del razzismo in Italia:

Piegati e feriti, ma mai sconfitti!

Due cittadini senegalesi morti, altre tre feriti ed il killer suicida. È il bilancio di una mattinata da far west a Firenze su cui pesa pesantemente l’ombra del razzismo. Era il 13 dicembre 2011, intorno alle 12.30 in piazza Dalmazia. Gianluca Casseri ha fermato la sua Polo grigia davanti all’edicola è sceso ed è entrato nel mercatino rionale. Si è quindi diretto verso tre venditori senegalesi e ha esploso 4 colpi. Due le vittime, Mor Diop e Modou Samb.

Stanotte ho chiuso gli occhi con un senso di sconfitta e di amarezza infinita addosso. Dentro di me suonava il requiem per la morte dei principi umani. Ma l’alba  del giorno dopo non lascia spazio alla sconfitta.

No!! Gli sconfitti non siamo noi. Ci hanno piegato un’altra volta, ci hanno ferito con le stesse pallottole con cui hanno preso la vita di Mor Diop e Modou Samb, ci hanno bruciato il cuore con lo stesso maledetto fuoco con cui hanno bruciato il campo rom di Torino…ma non ci hanno sconfitto. Perché il vero senso dell’umanità è sopravvissuto sempre al marcio, alla putrefazione dell’anima di qualcuno. La vera sconfitta è di chi, per anni in questo paese, ha gettato il seme dell’odio, del disprezzo per la vita umana, il seme del razzismo. La vera sconfitta è di coloro che non sanno il significato del rispetto per il prossimo, per la vita.

Mor Diop e  Modou Samb erano persone come noi, cittadini di questo paese, parte di questa società che oggi piange per loro. Qualche altro membro di questa società ha anche preteso negli anni di insegnare “la civiltà” a Mor Dipo e a Modou Samb. Ecco…in nome di questa “civiltà”  a Mor Diop e a Modou Samb un membro di questa società ha indicato la strada della morte.

Mor Diop e Modou Samb  erano persone semplici, come tutte le altre che ogni giorno li passavano accanto… Mor Diop e Modou Samb sono diventati, a loro malgrado, i martiri dei giorni d’oggi, i quali non si commemorano con le note di un requiem ma con quelle di Bella Ciao!!! Perché i martiri sono immortali… l’anima putrefatta dei razzisti è un’anima morta, senza vita e senza futuro.  

Ci hanno piegato… ma gli sconfitti non siamo noi. Sopraffatti dallo sgomento e dal dolore, ma non sconfitti!

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