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Gli albanesi candidati: tanti individui impegnati, ambiziosi, ma poca comunità

Le candidature degli oltre 100 connazionali sono un ottimo sensore per misurare l’integrazione degli albanesi, ma non parlerei ancora di comunità, ma di partecipazione che i singoli dimostrano verso un compiuto senso d’integrazione, escludendo però in tale senso l’integrazione a livello aggregato 
Geri Ballo è la virtù che in politica, faticosamente e non tramite slogan, può rappresentare il modo con cui sconfiggere l’ignoranza, che un Grande paese come l’Italia sta vivendo
Di Afërditë Shani *

 

Sicuramente, le candidature degli oltre 100 connazionali sono un ottimo sensore per misurare l’integrazione degli albanesi, oggi a pieno diritto italiani.
La partecipazione sia passiva che attiva in politica è da considerarsi di per sé la più alta espressione d’integrazione. Ed è frutto di una piena condivisione della vita societaria di un paese, dal momento che richiede la conoscenza e coscienza di aspetti sociali, economici e politici, sia in un atteggiamento analitico che in uno critico. Infatti, ci si impegna in politica attiva con l’idea di contribuire a migliorare alcuni aspetti che si ritengono ancora insoddisfacenti rispetto alle proprie aspettative. Un comportamento questo che presuppone l’aver identificato le questioni della società su cui poter intervenire ed avere un piano composto da nuove idee e attori da mettere insieme. 

Probabilmente, molti dei 100 candidati si sono mossi per ambizioni personali. Senza necessariamente legare la propria partecipazione a idee identificabili con il contesto locale, e forse nemmeno con l’appartenenza alla comunità albanese, o alla sua residenza storica in Italia.
Per ora preferirei ci lasciassimo condurre dalla grande partecipazione per considerare la quantità anche un rilevatore – di per sé – di qualità, se non fosse altro, per un processo che sicuramente è in atto e che nei prossimi anni darà maggiori frutti.

Infine, non parlerei ancora di comunità, ma di partecipazione che i singoli dimostrano verso un compiuto senso d’integrazione, escludendo però in tale senso l’integrazione a livello aggregato. Questo perché, l’esempio di 6 candidati consiglieri che vanno a confluire sullo stesso candidato sindaco, e che probabilmente non porterà a vincere nessuno dei 6 candidati albanesi, ma porterà voti al partito di turno, non è un’espressione strategica di una comunità integrata, ma casomai dei singoli integrati. Questo panorama rivela una comunità che non riesce ad avere un’espressione politica, ma tante persone che singolarmente vogliono fare politica senza necessariamente aver una ricaduta sulla comunità stessa. 

L’esser attirati da chi alza la voce 

Sono pro ad ogni forma di partecipazione, e penso che ognuno di noi ha diritto ad esprimersi liberamente e di conseguenza scegliere in che parte politica poter contribuire con le proprie idee. Ovviamente nel caso specifico, se si sceglie un partito che associa spontaneamente la migrazione alla criminalità e ne scarica tutte le colpe di un paese agli ultimi migranti disgraziati, nascondendosi spesso dietro falsi miti di stabilità, vuol dire che si è fatto male i calcoli con la propria identità e provenienza, e che – anzi – la si vuol nascondere come fosse una brutta macchia.

Infine, l’esser attirati da chi alza la voce e vuol farsi sentire senza esaminare ciò che dice, deriva da un passato di silenzio che ci ha contraddistinto in politica e non solo, per molti anni. Quindi percepisco una certa volontà di distinguersi e stare dalla parte di chi ce l’ha fatta, ed ha quindi raggiunto la meta, ed è ora arrivato il momento dimostrarlo senza esserne pienamente coscienti dei mezzi sbagliati per farlo. 

L’elemento più innovativo ed ottimistico la partecipazione delle donne

La grande volontà delle donne di partecipare alla vita politica è probabilmente l’elemento più innovativo ed ottimistico che potevano rilevarci queste elezioni. Innanzitutto, le donne in questo caso partono da una maggiore coscienza delle proprie capacità. Anche se l’integrazione delle donne albanesi in Italia è complessa e sicuramente non lo definirei raggiunta, data la poca partecipazione alle attività imprenditoriali, ai pochi matrimoni misti, così come è evidente volontà di far assomigliare agli italiani dando ai figli nomi tipici del Bel Paese.
E siccome, non si può prescindere dalla piena integrazione delle donne, per raggiungere l’integrazione della comunità, leggo nella volontà di partecipare nonostante i tempi contrari alla politica, un messaggio nascosto anche a destinatari indiretti. Per cui, la partecipazione in questo caso lo percepisco come una volontà di contrastare elementi di scarsa emancipazione o di rimuginato patriarcalismo che continua a seguirci in famiglia dopo tutti questi anni.  

Abbiamo però ancora pochi elementi per poter tradurre il loro attivismo in un vero acchito sulla comunità e sul riflesso che il ruolo emancipato della donna albanese possa tradursi sulla società.

La politica albanese dovrebbe tener ben conto del coraggio di chi si candida

Questo è l’esercito delle api che lavora nonostante l’assenza di ogni grande piano politico. È un forte messaggio di volontà di persone preparate e attive. Direi un campanello che è iniziato a suonare all’unisono, ed è una risorsa che se sfruttata  gioca un ruolo importante per la crescita dell’Albania e verso l’adesione europea e dei rapporti con l’Italia. Infatti, per l’Albania è come salire al carro dei vincenti – in corsa però – con un gran bisogno di saper mantenere gli equilibri. 

La politica albanese dovrebbe tener ben conto del coraggio di farsi avanti in tempi così ostili alla migrazione in Italia, e dovrebbe cercare di entrare in sintonia con la coscienza e opinione che ognuno dei candidati ha rispetto all’andamento politico in Albania, per poterlo sfruttare attivamente. 

Geri Ballo, icona e motivo per cui personaggi come Salvini non possono aver ragione

Geri Ballo è la virtù che in politica, faticosamente e non tramite slogan, può rappresentare il modo con cui sconfiggere l’ignoranza, che un Grande paese come l’Italia sta vivendo. 

Sul piano politico italiano, Geri mostra la ragione impersonificata e motivo per cui personaggi come Salvini non possono aver ragione. Lei è profondamente inserita e condivide il tessuto societario senza basarsi sull’esaltazione del disagio e del peso dell’inutilità. Lei rappresenta anche quell’opportunità che l’Italia deve portare avanti, per uscire dal buio in cui è capitata, e di cui l’Europa ne ha bisogno per progredire. 

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Geri Ballo è un ottimo esempio di chi è pienamente cosciente delle problematiche e delle opportunità della diaspora e allo stesso tempo è preparata e in grado di potersi sedere a tavoli più alti di decisioni diplomatiche e politiche europee per decidere su tematiche che ci riguardano. Pertanto, è l’elemento su cui dobbiamo poggiare la nostra fiducia perché lei al meglio può presentare un Albania già europea, quella dei cittadini già europei. 

* Afërditë Shani è ricercatrice e consulente su attività sociali, interculturali, sviluppo locale e internazionale
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