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I tesori archeologici dell’Albania in mostra a Roma

In occasione del 100° Anniversario dell’Indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano, giungono per la prima volta in Italia, al Complesso Museale del Vittoriano a Roma, oltre centocinquanta reperti ed opere albanesi. Una ricca mostra di reperti provenienti dai musei archeologici di Tirana, Apollonia, Durazzo e Butrinto, che ricostruiscono la storia albanese, mettendo in rilievo le radici europee della sua cultura  e delle sue tradizioni ma anche per mostrare i legami culturali con l’Italia. Si parte dalla preistoria per arrivare all’età antica e poi fino al XVI secolo.

La mostra è stata inaugurata ieri dai ministri albanesi di Cultura e degli Esteri, del ministro italiano dei Beni Culturali, alla presenza degli ambasciatori albanese e kosovaro a Roma, del direttore dell’Istituto albanese per la Conservazione del Patrimonio Culturale, del consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica italiana, della direttrice generale dei Musei di Torino, del direttore del Complesso del Vittoriano e di tanti albanesi e italiani che hanno apprezzato molto l’iniziativa.

La mostra parte dall’Età Preistorica, prosegue illustrando le influenze greco-elleniche e romane per terminare nel XVI secolo.

Il percorso si apre con la sezione dedicata all’Antico Neolitico, all’Età del Bronzo, all’Età del Ferro e al periodo arcaico. Tra i reperti in mostra, alcuni del V millennio a.C., come vasi, coppe, collane del 2600-2000 a.C.

Segue la sezione sull’Età Antica, dal V secolo a.C. sino all’Alto Medioevo. Un momento storico in cui la vicinanza geografica tra Italia e Illiria ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle intense relazioni commerciali e culturali che intercorsero tra le due sponde dell’Adriatico. Di questa epoca sono statue, ritratti, monete, gioielli in oro, scudi in bronzo, figure di divinità, pendagli da cintura, brocche da vino greche, fibule, punte di lancia, stele funerarie, urne che rivelano appieno  le influenze greco-elleniche e romane.

Chiude il percorso della mostra la sezione dedicata all’Arte Bizantina, testimonianza della cristianizzazione del territorio illirico. Qui si possono apprezzare le icone eseguite da Onufri, artista considerato, uno dei fondatori della scuola pittorica albanese del XVI secolo. Opere che varcano per la prima volta i confini dell’Albania e permettono di scoprire interessanti similitudini  con la produzione italiana di quel periodo e, in modo particolare, con i lavori di Giotto e Gentile da Fabriano.

Nel ripercorrere la storia dell’Albania, la mostra mette in rilievo, attraverso dei filmati originali dell’Istituto Luce, anche le scoperte eseguite  dalle equipe archeologiche italiane in questo paese e, in modo particolare,  il lavoro svolto da Luigi  Maria Ugolini (1895-1936) a cui si devono importanti rinvenimenti.

La mostra rimane aperta sino al 6 gennaio 2013. In seguito, dal 22 gennaio  fino il 7 aprile 2013, sarà allestita a Torino a Palazzo Madama.

Questa mostra, la prima in Italia per importanza dei reperti portati, è stato realizzato grazie all’impegno comune dei ministeri della Cultura albanese e italiano, e col contributo decisivo dell’ambasciatore Mario Bova e la sua associazione ‘Occhio Blu – Anna Cenerini Bova’.

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