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Il Ministro Idem: “Sì alla cittadinanza per alti meriti sportivi”

La proposta del ministro dello sport Josefa Idem per i figli degli immigrati. E per evitare che talenti come Dariya Derkash ed Eusebio Haliti non possano vestire subito la maglia azzurra. “Per via della mancata cittadinanza ho perso un sacco di opportunità come le Olimpiadi di Londra” aveva detto Eusebio

Eusebio Haliti, albanese, una promessa dell’atletica leggera italiana.
Roma, 5 giugno 2013 – Una corsia preferenziale verso la cittadinanza italiana per i ragazzi di origine straniera che si distinguono nei campi di cacio, basket o volley, lungo piste d’atletica, sui ring e in altri luoghi dello sport tricolore.

È la proposta lanciata oggi da Josefa Idem, ministra delle Pari Opportunità e dello Sport, davanti alla commissione cultura della Camera. E riguarderebbe i minori stranieri tesserati i cui genitori soggiornano regolarmente in Italia.

“L’Italia deve favorire l’acquisto della cittadinanza per gli atleti stranieri che si sono distinti per alti meriti sportivi”, ha detto la Idem. Un ministro che lo sport lo conosce bene, avendo alla spalle otto partecipazioni

alle Olimpiadi alla guida della sua canoa. Tra l’altro, nata tedesca, è diventata italiana (regalando all’Italia un bel po’ di medaglie) dopo aver sposato un italiano.

Finora il percorso verso la cittadinanza è rimasto precluso a moltissimi talenti di seconda generazione. Oppure dura tanti anni è il caso ad esempio di Dariya Derkash ed Eusebio Haliti) da costringerli a saltare gli appuntamenti in maglia azzurra alle olimpiadi a tante altre competizioni internazionali.

“Nel 2007 è arrivato il mio primo titolo italiano juniores nella mia specialità: i 400 metri ad ostacoli” raccontava poche settimane fa Eusebio per Shqiptariiitalise.com. Da quel momento in poi la carriera di Eusebio è tutta in ascesa e fino ad oggi ha conquistato ben sette titoli italiani e quattro record italiani che non gli furono riconosciuti perché in quel momento non aveva ancora ottenuto la cittadinanza. “Questo è la prova che nello sport, se non sei cittadino del paese in cui ti alleni, non sei nessuno. – diceva con amarezza – Ho perso un sacco di opportunità come le Olimpiadi di Londra per le quali mi sarei potuto qualificare, ma mi sono sempre allenato, come se avessi la cittadinanza italiana. Quel giorno è arrivato, nel 2012, troppo tardi per le Olimpiadi, ma è comunque stata una grande vittoria”.

La proposta della cittadinanza per meriti sportivi è stata lanciata qualche tempo fa anche dall’ex presidente del Coni Mario Pescante.

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