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Il PD e la paura della politica

I partiti politici concorrono per attuare al potere il loro programma politico. Qual è quello dei democratici oltre a dire, in salsa che ricorda i 5 Stelle in Italia, che Rama sbaglia ogni sua uscita politica, anche quando chiede alla Serbia di riconoscere il Kosovo indipendente? Non dovrebbe avere una opposizione seria un dossier alternativo di politiche di governo? Non si dovrebbe, sopratutto, fare l’opposizione in Parlamento e non in dichiarazioni stampa e studi TV? Questa attuale è solo l’opposizione dei “no” senza proposta
Di Gjergji KAJANA

La politica albanese non diventerà mai democraticamente normale se dentro di essa non ci saranno almeno due poli che valutino l’inevitabile contrapposizione governo-opposizione come uno scontro di idee tese a migliorare il benessere degli albanesi. Il tavolo dove le idee si dibattono non sono le piazze e gli studi TV ma le istituzioni preposte a legiferare, “in primis” le commissioni parlamentari e l’Aula parlamentare. Per questo l’attuale boicottaggio del PD danneggia il funzionamento della politica albanese: la non-partecipazione dell’opposizone nel processo democratico legislativo può facilmente indurre la maggioranza ad abusi di potere. Il leader dell’opposizione Basha dichiara a gran voce che il PD si rifiuta di tornare in Aula perchè il duo governativo Rama-Meta sta calpestando il parlamentarismo albanese, ma di fatto il suo partito sta consegnando a loro soli le chiavi della politica albanese privando il parlamentarismo della voce di una opposizione responsabile.

Il PD è impaurito di fare politica. Il pestaggio del deputato Strazimiri in Parlamento a luglio è stato un fatto molto grave e non è altro che scandaloso il fatto che la maggioranza abbia nella sua composizione deputati con precedenti penali che esercitano violenza sui loro colleghi. Per quanto grave, non giustifica però l’abbandono del Parlamento e il rifiuto di esercitare un mandato affidato da mezzo milione di elettori il 23 giugno 2013. Il risultato di quelle elezioni mette il PD di fronte alle responsabilità per il malgoverno del paese nel 2005-2013. Erano un campanello d’allarme che segnalavano a Berisha&Co. che gli albanesi non gli credevano più. I leader del PD, invece, si dichiararono convinti che Rama e Meta vinserò allora a causa di promesse antiglobaliste e la compravendita dei voti. In pratica non ammettono gravi sbagli quando governavano, malgrado siamo rimasti il paese più corrotto dei Balcani, gli oppositori politici e mediatici venivano trattati da paria e la povertà è cresciuta nel mentre Berisha ci vedeva come “paese sviluppato” nel 2017. La percezione della realtà albanese dal PD di Basha rimane dentro una visuale molto parziale che non riconosce come l’abbattimento dell’informalità (obiettivo dichiarato di Rama) sia la precondizione per porre le basi dello stato di diritto e sociale in Albania. La democrazia è una scuola che si sviluppa in un continuo confronto di idee sul buongoverno da fare in incontri di lavoro bilaterali maggioranza-opposizione e in proposte pubbliche e legislative concrete. Il PD, invece, riscopre con grande ardore il valore della piazza, un luogo dove si radunano i simpatizzanti fedeli e i cittadini curiosi ma da dove la vita di quei cittadini non si può migliorare. Si può fare solo incalzando l’esecutivo di approvare – propogliendoli pure – piani di sviluppo per i tanti albanesi in difficoltà economiche. Inoltre si continua nella sterila retorica anticomunista che vede gli attuali governanti eletti dagli albanesi come figli bastardi della dittatura e meritevoli di essere abbattuti dalla protesta popolare degli albanesi in rivolta. Tantissimi elettori di oggi e domani sono figli nati negli anni ’80 e ’90 che (bonta loro!) non hanno conosciuto il comunismo e per i quali questo richiamo ideologico è incomprensibile.

Deve essere il miglioramento della qualità della vita degli albanesi il mantra del PD per poter ritornare al potere. Non è una ambizione sbagliata: i partiti politici concorrono per attuare al potere il loro programma politico. Qual è quello dei democratici oltre a dire, in salsa che ricorda i 5 Stelle in Italia, che Rama sbaglia ogni sua uscita politica, anche quando chiede alla Serbia di riconoscere il Kosovo indipendente? Non dovrebbe avere una opposizione seria un dossier alternativo di politiche di governo? Non si dovrebbe, sopratutto, fare l’opposizione in Parlamento e non in dichiarazioni stampa e studi TV? Questa attuale è solo l’opposizione dei “no” senza proposta. Logica vuole che un giorno i democratici torneranno all’agognato potere ma la loro attuale strategia ritarda quel momento. Potrebbe avvenire solo per consumo della maggioranza e non per loro meriti. Quelli se li devono conquistare in Aula e nelle aule di partito dove si elaborano idee politiche e non vuoti slogan datati di una generazione fa. Molto convinti nel sfiduciare il PD un anno e mezzo fa, la maggioranza degli albanesi la rivoterrano convinti solo se questo partito gli proporra un vero programma di governo convincente e non l’inutile show di una opposizione per finta.

 

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