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Katër i Radës. Scanderbeg di Parma incontra il giornalista Leogrande

Venerdì 23 marzo 2012 alle ore 17,15 presso la Sala Savani della Provincia di Parma, P.le della Pace 1, Parma
Incontro pubblico con:
Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore, autore del libro “Naufragio. Morte in Mediterraneo” edito da Feltrinelli, che racconta la storia della tragedia della nave Kater i Rades
Marcella Saccani, Assessore Provinciale alle Politiche sociali, Pari opportunità, Solidarietà internazionale
Emilio Rossie Gazmir Çela, CIAC Centro Immigrazione Asilo Cooperazione internazionale di Parma
Anila Kadija, giornalista, collaboratrice di Albania news
Coordina l’incontro Hassan Bassi, ass. “La società della Ragione”
In collaborazione con: Feltrinelli editore Associazione Scanderbeg Parma

Naufragio. Morte in Mediterraneo

Dettagli del libro

 

Alle 18.57 del 28 marzo di 15 anni fa, un Venerdì Santo, una piccola motovedetta albanese stracarica di immigrati, la Kater i Rades, viene speronata da una corvetta della Marina militare italiana, la Sibilla. In pochi minuti l’imbarcazione cola a picco nel Canale d’Otranto. I superstiti sono solo 34, i morti 57, in gran parte donne e bambini, 24 corpi non verranno mai ritrovati. È uno dei peggiori naufragi avvenuti nel Mediterraneo negli ultimi vent’anni. Ma soprattutto è la più grande tragedia del mare prodotta dalle politiche di respingimento.

La guerra civile albanese, che infuria da settimane, spinge migliaia di uomini, donne e bambini a partire verso le coste italiane in cerca della salvezza. La crisi del paese balcanico fa paura. In molti in Italia alimentano il terrore dell’invasione e prospettano la necessità del blocco navale. Così, tre giorni prima del naufragio, il governo italiano vara delle misure di controllo e pattugliamento nelle acque tra i due Stati che prevedono anche il ricorso a procedure di “harassment”, ovvero “azioni cinematiche di disturbo e di interdizione”.

Prima dello scontro, la Sibilla insegue la Kater i Rades per un tempo che agli uomini e alle donne sulla carretta appare incredibilmente lungo. Il processo per accertare le responsabilità dell’accaduto è lunghissimo. Le indagini vengono ostacolate e intralciate, alcune prove scompaiono o non vengono mai recuperate. Alla fine, gli unici responsabili del disastro risultano essere il comandante della Sibilla e l’uomo al timone della Kater. Intanto in Albania, i sopravvissuti e i parenti delle vittime creano un comitato per ottenere giustizia.

Alessandro Leogrande ha indagato a lungo sul naufragio del Venerdì Santo: ha incontrato i sopravvissuti e i parenti delle vittime, i militari, gli avvocati, gli attivisti delle associazioni antirazziste e ha girato per le città e i villaggi dell’Albania da cui sono partiti i migranti.

 

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