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Laura Boldrini, paladina dei popoli in fuga, è il nuovo presidente della Camera

L’ex portavoce dell’Unhcr ricoprirà la terza carica dello Stato. Dalle battaglie contro i respingimenti alla discesa in campo per una nuova legge sull’immigrazione e per la riforma della cittadinanza. “Per un’Italia più equa, più inclusiva e più contemporanea”

Roma, 18 marzo 2013 – Sullo scranno più alto di Montecitorio siede da sabato, 16 marzo, una paladina di profughi (“popoli in fuga”, come li chiama lei) e migranti.

Laura Boldrini è nata nel 1961 a Macerata. Laureata in giurisprudenza, giornalista, nel 1989 ha iniziato  a lavorare per l’Onu, prima alla Food and Agricolture Organization, poi al World Food Program, quindi all’Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), per cui è stata portavoce in Italia da 1998 al 2012.

È in quest’ultima veste che si è impegnata in prima linea per garantire accoglienza e rispetto dei diritti fondamentali a chi fugge da guerre e persecuzioni, sottolineando spesso la differenza tra queste persone e i cosiddetti “migranti economici”. E chiedendo più volte all’Italia di dotarsi di una legge organica sul diritto d’asilo.

Boldrini ha assunto posizioni molto dure contro l’ultimo governo Berlusconi, in particolare quando i respingimenti verso la Libia voluti dall’allora ministro dell’interno Roberto Maroni spedirono nelle prigioni di Gheddafi centinaia di persone che cercano la salvezza in Italia. Una violazione dei diritti umani, come certificò poi la Corte di Strasburgo.

Quando qualche mese fa ha accettato la candidatura alla Camera offertale da Sinistra, Ecologia, Libertà, Boldrini ha detto di voler “rispondere ad un dovere civico e morale”. E ha puntato il dito contro “l’Italia che respinge i rifugiati in alto mare, l’Italia delle ronde padane, dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù dei migranti, dei cori razzisti negli stadi”.

Durante la campagna elettorale, ha chiesto che il “tema delle migrazioni torni all’attenzione del Parlamento”. E ha più volte parlato della necessità di una profonda revisione della legge sull’immigrazione e di una riforma della legge sulla cittadinanza “per consentire l’inclusione di chi nasce, vive, studia e lavora in Italia”.

“Arrivo a questo incarico dopo avere trascorso tanti anni a difendere e a rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. È un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che metto al servizio di questa Camera” ha detto sabato nel suo discorso di insediamento. Rivolgendo anche “un pensiero per i molti, troppi morti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce. Un mare che dovrà sempre più diventare un ponte verso altri luoghi, altre culture, altre religioni”.

“L’obiettivo – ha spiegato Laura Boldrini quando è scesa in politica – è contribuire ad una società più equa, inclusiva e più contemporanea, una dimensione di cui l’Italia non può più fare a meno”. Una strada che potrà indicare ancora più autorevolmente ora che è diventata presidente della Camera.

“L’elezione di Laura Boldrini a Presidente della Camera dei Deputati è un bellissimo risultato per l’Italia e in particolare per le donne e per milioni di immigrati e nuovi italiani. Una donna tenace e straordinaria, che con coraggio e determinazione, ha sempre difeso i più deboli e denunciato senza remore le discriminazioni nei confronti di migranti e rifugiati. Così ha salutato la elezione di Boldrini come Presidente della Camera, il deputato Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del PD.

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