in

Leka: “L’italianità? Forse ne ho io più di chi voleva l’indipendenza della Padania”

In Italia da quando aveva 3 anni, il 20enne Bruno Leka ha le idee chiare sulla riforma della cittadinanza: “La maggioranza deve impiegare le forze in modo che approvi la legge entro la fine dell’anno. Faccio appello al buonsenso dei senatori affinché le dinamiche politiche non ostacolino il bene di grandi comunità”

 

Bruno Leka con il Presidente del Senato, Piero Grasso, che il 13 giugno ha accolto un gruppo di Italiani senza Cittadinanza, ragazzi nati e/o cresciuti in Italia, che gli hanno consegnato le cartoline delle loro testimonianzeBruno Leka è nato a Scutari 20 anni fa. Non ha la cittadinanza italiana pur vivendo qui da quando era piccolissimo. “A novembre sono diciasette anni che vivo a Quarrata” dice per Shqiptari i Italisë. Quindi Bruno è proprio uno di quei giovani “italiani senza cittadinanza” ai quali la riforma in Senato cambierebbe la vita.

Da anni molto attivo nelle battaglie per i diritti dei giovani: ex membro del Parlamento degli Studenti della Toscana e Portavoce della Federazione degli Studenti Pistoia, ora è in prima linea anche nella battaglia per l’approvazione della riforma, proprio tra gli Italiani senza Cittadinanza.

Shqiptari i Italisë ha chiesto anche a lui che cosa ne pensa del rinvio della discusione in aula della riforma sulla cittadinanza. Ecco cosa ci dice:

Shqiptari i Italisë: Come si è sentita quando ha saputo della marcia indietro del primo ministro Gentiloni sulla riforma?

Bruno Leka: Pur comprendendo, sotto il punto di vista politico, la scelta del Premier Gentiloni, però indubbiamente sono rimasto molto deluso, non solo da quello che è il primo ministro del mio partito, ma anche e soprattutto da questo modello di politica che mette prima le dinamiche di palazzo del benessere di una gran fetta di cittadinanza.
Mi auguro, come minimo a Settembre, i lavori sullo Ius Soli temperato e sullo Ius Culturae vengano ripresi al Senato per avere la legge almeno per fine anno.

Cosa ne pensa del testo della riforma?

Visto il periodo storico-politico internazionale (vedi il problema immigrazione che causa anche una mala-integrazione o peggio una non integrazione) non sarei d’accordo con uno Ius Soli “all’americana” perché rischierebbe di essere anche deleteria per il paese Italia.
Certo la legge che è al Senato è tutt’altro per moltissimi motivi: vedi la necessità del permesso di soggiorno da almeno 5 anni dei genitori ed anche un reddito (per quanto riguarda in parte lo Ius Soli temperato) o il fatto di essere venuti in Italia a un’età inferiore dei 12 anni ed aver concluso un ciclo di studi (ius culturae).
Questa legge dà garanzie allo Stato sotto molti punti di vista, in primis l’assimilazione, la conoscenza ed il rispetto della cultura italiana.
Certo poi, se si vuol continuare a dire che le donne africane verranno in Italia e faranno 15 figli gemelli per avere una corsia preferenziale per l’acquisizione della cittadinanza si può fare, ma è tutta disinformazione.

Bruno Leka, Fioralba Duma e Tezeta Abraham, con le loro cartoline che hanno consegnato ai senatori della RepubblicaCosa direbbe ai politici italiani e all’uso che alcuni di loro stanno facendo di questa riforma?

In modo molto diretto alla maggioranza direi di smettere di rivendicare la legge visto che non è del PD ma una legge d’iniziativa popolare, ma di impiegare le loro forze per informare le persone sul vero contenuto della legge visto che il governo ha abbracciato i principi di questa legge.

E a chi gioisce per il fatto la riforma non va avanti?

All’opposizione direi di leggersi la legge e di farla leggere senza fare una vergognosa disinformazione come quella che stanno facendo.
E inoltre vorrei capire da loro anche che cos’è questa famosa italianità, forse ne ho io più di chi voleva l’indipendenza della Padania o di chi non azzecca un congiuntivo nemmeno a pagarlo oro (come si suol dire in Toscana).

Come si sente adesso, più rassegnato o ancora speranzoso?

Rassegnato, assolutamente mai, perché la battaglia continua e deve continuare, speranzoso sì, ma certo dopo quello che è accaduto ci hanno fatto perdere un po’ la speranza.

Crede che ce la faranno i senatori a portare a termine la riforma?

Ho, sì, fiducia nella maggioranza al Senato, ma soprattutto faccio appello al loro buonsenso affinché le dinamiche politiche non ostacolino il bene di grandi comunità.

 

Shani: “La riforma della cittadinanza, buon segnale sulla strada dell’integrazione”

Sejdiu: “Per niente sorpreso dello stop alla riforma. Se la volevano veramente, ci pensavano prima”