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Non se ne può più!

La comunità albanese di Pistoia e l’Associazione AssoAlbania protesta contro un articolo de Il Tirreno del 30 gennaio dal titolo «Vengono come turisti e fanno i rapinatori». AssoAlbania: “Sbagliato e sconveniente fare di tutta l’erba un fascio”. Una settimana dopo, sempre Il Tirreno, questa volta in prima pagina, titola “Al ‘turista’ albanese piace il furto” e il giornalista albanese Darien Levani chiede all’Ordine dei Giornalisti di intervenire

“Vengono come turisti e fanno i rapinatori”. Così titolava Il Tirreno del 30 gennaio un articolo sull’arresto di tre albanesi accusati di una violenta rapina nella provincia di Pistoia. Dagli arresti, a generalizzare e lasciare sottintendere che tutti i turisti albanesi vengono in Italia per rubare, ce ne passa.

AssoAlbania, associazione di imprenditori albanesi, alza subito la voce e protesta. Lo fa con un comunicato stampa nel quale oltre ad esprimere “la piena solidarietà e vicinanza” alla famiglia vittima per la barbarie che ha dovuto subire”, coglie l’occasione per porre l’accento “su come erroneamente si sia puntato il dito contro gli albanesi nel loro complesso”.

Nel suo comunicato, AssoAlbania punta il dito specialmente contro le dichiarazioni del segretario regionale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Antonio Fusco il quale sostiene che sia “di tutta evidenza, alla luce dei tanti arresti effettuati, che non può essere solo una coincidenza la corrispondenza tra l’impennata dei furti e delle rapine in casa, registrata proprio a partire dai primi mesi del 2011” che corrisponde alla liberalizzazione dei visti che consente agli albanesi di venire in Italia senza passare per il consolati.

Non usa mezzi termini l’associazione, affermando che tali giudizi conducono ad “una pericolosa spirale di intolleranza”. I responsabili dell’episodio tragico devono essere condannati nel rispetto delle legge ed essere da esempio per futuri mal intenzionati. Simili tragedie però non possono essere usate per creare un criterio di correlatività senza fondatezza o dimostrabile con studi specifici tra l’accesso degli albanesi e aumento della criminalità.

“Una cosa è chiedere che i responsabili siano processati e condannati per i loro reati, e quindi rafforzare le leggi per renderli rispettabili e l’Italia più sicura, come ogni altro grande paese europeo; un’altra cosa è puntare il dito verso una comunità che nella sua maggioranza si schiera con i pistoiesi nel chiedere giustizia e sicurezza. Associare un fenomeno internazionale con fatti locali che poco hanno in comune solo per trovare il capro espiatorio, e dare il senso di una giustizia sommaria, crea disorientamento nei lettori e non rende giustizia alla giustizia stessa” si legge nel comunicato.

È valsa a qualcosa? Purtroppo no, visto che passa giusto una settimana e un titolo di quattro colonne compare sulla prima pagina de Il Tirreno: “Al “turista” albanese piace il furto”. Alla base di tale titolo, un tentato furto a Montecatini.

Un altro caso di cronaca in cui senza nessuna ragione oggettiva “gli albanesi criminali” vennero sbattuti in prima pagina: Luca Rosi è stato ucciso barbaramente davanti agli occhi dei suoi parenti. Dopo giorni di indagini, i suoi assassini vennero presi. Sono Aurel Rosu, Dorel Gheorghita e Iulian Ghiorghita. Nessuno di loro è albanese, eppure per tanti giorni di fila tutti i giornali davano per certo che fossero albanesi
Questa volta oltre all’associazione, sono in tanti a irritarsi trovando ingiusto e vergognoso tale titolo. E Darien Levani, giornalista e scrittore albanese, prende carta e penna e scrive un esposto all’Ordine dei Giornalisti della regione Toscana, che invia per conoscenza anche all’Unar, Ansi, Asgi e all’Ambasciata albanese a Roma. “Il titolo “Al ‘turista’ albanese piace il furto” appare fuorviante e indecoroso” – scrive tra l’altro Levani. Perché “rischia di creare e rafforzare un pregiudizio contro i cittadini di cittadinanza albanese che si trovano in Italia per un qualsiasi motivo. Si ritiene che tale titolo violi in maniera diretta la stessa Carta di Roma nella parte in cui prescrive che “si dovrebbe usare con maggiore responsabilità e consapevolezza rispetto a quanto avviene attualmente la nazionalità per nominare il/la protagonista di un fatto di cronaca. Informazioni quali l’origine, la religione, lo status giuridico – immigrato, richiedente asilo, rifugiato, regolare/irregolare ecc. non dovrebbero essere utilizzate per qualificare i protagonisti se non sono rilevanti e pertinenti per la comprensione della notizia” ricorda lui, che alla fine chiede all’Ordine “di verificare eventuali illeciti deontologici a carico dell’autore di tale titolo anche alla luce della legislazione in materia di istigazione alla violenza, di antidiscriminazione e/o qualunque altra violazione che sarà ritenuta riscontrabile”.

Si spera che uno degli uffici a cui l’esposto è stato inviato, dica una parola, prenda una posizione e faccia qualcosa. Veramente, non se ne può più di titoli del genere!

K.B. / Shqiptari i Italisë

Scarica: L’esposto di Darien Levani all’Ordine dei Giornalisti di Toscana
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