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Obama ricomincia anche dagli immigrati

L’uguaglianza e la forza della diversità al centro del discorso di insediamento. “Benvenuto chi vede l’America come una terra di opportunità. Giovani brillanti lavorino per noi piuttosto che essere espulsi”

Roma, 22 gennaio 2012 – Dopo una campagna elettorale giocata anche sui diritti di cittadinanza, dopo le promesse di una riforma che salvi anche milioni di clandestini e il riconoscimento ricevuto da milioni di elettori latinos, ieri nel suo discorso di insediamento Barack Obama non ha dimenticato gli immigrati. Citandoli direttamente, ma anche insistendo sulla forza della diversità, che fa grande gli Stati Uniti.

“Ciò che lega questa nazione – ha detto di fronte a centinaia di migliaia di persone – non sono i colori della nostra pelle o i principi della nostra fede o le origini dei nostri nomi. Ciò che ci rende eccezionali, ciò che ci rende Americani, è la nostra fedeltà a un’idea articolata nella dichiarazione [di Indipendenza n.d.r.] fatta oltre due secoli fa: Noi consideriamo che queste verità siano evidenti, che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono stati dotati dal loro Creatore di determinati diritti inalienabili; che fra questi ci sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità”.

“Le possibilità dell’America – ha sottolineato Obama – sono infinite, perché possediamo tutte le qualità di cui ha bisogno questo mondo senza frontiere: gioventù ed energia, diversità e apertura, un’infinita capacità di rischiare e il dono della reinvenzione”. “Tocca alla nostra generazione portare avanti ciò che hanno iniziato i pionieri”.

“Il nostro viaggio – ha quindi ribadito il presidente americano – non sarà completo finchè non troveremo un modo migliore per dare il benvenuto agli immigrati tenaci e pieni di speranza che ancora vedono l’America come un terra di opportunità. Non sarà completo finchè brillanti giovani studenti e ingegneri diventeranno la nostra manodopera piuttosto che essere espulsi dal nostro Paese”.

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