Lo scrittore e poeta si rivolge al Mediterraneo. “Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale”
Roma, 21 aprile 2015 – “Ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste”…
Così Erri De Luca in una sua “preghiera laica” al Mediterraneo. Versi che ricordano le vittime dei viaggi della speranza, alle quali le onde del mare nostro fanno “da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte di madre e di padre prima di partire”.
Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo sia benedetto il tuo sale sia benedetto il tuo fondale accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde i pescatori usciti nella notte le loro reti tra le tue creature che tornano al mattino con la pesca dei naufraghi salvati
Mare nostro che non sei nei cieli all’alba sei colore del frumento al tramonto dell’uva di vendemmia, Ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste
Mare nostro che non sei nei cieli tu sei più giusto della terra ferma pure quando sollevi onde a muraglia poi le abbassi a tappeto Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale Fai da autunno per loro da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte di madre e padre prima di partire
Erri De Luca