La pagina facebook del candidato del Pd piena di insulti e minacce, ora indaga la Digos. Turco: “Inaccettabile, siamo preoccupati e indignati”
Roma, 4 febbraio 2013 – Hanno iniziato con pochi commenti: “Voi non siete né sarete mai italiani”,”l’Islam è come il virus dell’Aids”. Poi sono diventati sempre più invadenti: “Beduini!”, “Vi capiscono solo i cammelli”, e violenti: “Siete invasori da mandare via a calci nel culo”. Fino alle minacce esplicite: “A palate vi prenderei…”, “Perché non ti butti in un fiume?”.
Khalid Chaouki è diventato un bersaglio per i razzisti su Facebook. Da quando è stata annunciata la sua candidatura alla Camera nelle liste del Partito Democratico, hanno riempito la sua pagina di minacce e insulti seguendo un copione genuinamente xenofobo. Non attaccano le sue idee, ma la sua origine e la sua fede: è nato in Marocco, è musulmano.
All’inizio, lui li ha ignorati. Ha segnalato a Facebook quegli interventi e intanto ha cercato di concentrarsi sul dialogo con gli altri lettori della sua pagina. Poi, però, è arrivato un momento in cui il razzismo ha fagocitato il resto, e così stamattina Chaouki ha presentato una denuncia alla Digos, nella speranza che quanti finora si sono nascosti dietro una tastiera vengano identificati, fermati, puniti.
“Quei commenti erano diventati così aggressivi da rendere impossibile ogni confronto. La denuncia è stata un passo obbligato” spiega a Stranieriinitalia.it l’esponente del Pd. Non ha molta voglia di parlare, a caldo, di una vicenda che lo ha colpito anche in una dimensione personale. Nonostante sia da tempo un personaggio pubblico, quindi esposto alle critiche, ammette che non si aspettava attacchi di questo tipo, così improvvisi, così violenti.
Quello che è successo è però solo un filo della vasta ragnatela d’odio online. “C’è una dimensione ‘virtuale’ del razzismo e dell’islamofobia – dice Chaouki – fortemente sottovalutata. Servono nuove norme, ma anche una cultura giuridica che non rifletta la tendenza a derubricare certe azioni come bullismo, roba da esaltati, teste calde. Soprattutto mentre fioriscono gruppi dichiaratamente nostalgici del nazifascismo”.
Si fa sentire anche il Partito Democratico. ”Denunciamo le pesanti aggressioni e le gravi violenze verbali che il nostro giovane candidato sta ricevendo in questi giorni via web. Siamo preoccupati ma soprattutto indignati per le parole volgari e razziste che vengono rivolte a Khalid. A lui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà” scrive Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del Pd.
“Non lo tolleriamo e riteniamo inaccettabile che in Italia una persona, per le sue origini, la sua religione o peggio per le sue idee, possa ancora essere vittima di questi vili atti intimidatori. Sono comportamenti che ci inducono a rafforzare il nostro impegno teso a sradicare qualsiasi atteggiamento di discriminazione” aggiunge.
“Siamo convinti – conclude Turco – che la maggior parte degli italiani sia animata dai principi di solidarietà, generosità e rispetto reciproco”. Un motivo in più per chiedere al prossimo Parlamento norme più severe ed efficaci contro quella minoranza razzista che può fare danni devastanti a tutto il Paese.
Elvio Pasca