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Rogo di Prato. Napolitano: “Illegalità e sfruttamento insostenibili”

Il Presidente della Repubblica: “Violate le leggi italiane e i diritti fondamentali dei lavoratori”. “Servono interventi concertati al livello nazionale, regionale e locale”

Roma, 3 dicembre 2013 – “Indirizzo, suo tramite, ai rappresentanti della comunità cinese e alla città di Prato l’espressione dei miei sentimenti di umana dolorosa partecipazione per le vittime della tragedia del rogo che ha distrutto un opificio cinese, suscitando orrore e compassione in tutti gli italiani”.

Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al Presidente della Giunta Regionale Toscana, Enrico Rossi.

“Condivido la necessità – ha aggiunto il Capo dello Stato – da lei posta con forza di un esame sollecito e complessivo della situazione che ha visto via via crescere a Prato un vero e proprio distretto produttivo nel settore delle confezioni, in misura però non trascurabile caratterizzato da violazione delle leggi italiane e dei diritti fondamentali dei lavoratori ivi occupati”.

“Al di là di ogni polemica o di una pur obbiettiva ricognizione delle cause che hanno reso possibile il determinarsi e il permanere di fenomeni abnormi, sollecito a mia volta – ha concluso il Presidente Napolitano – un insieme di interventi concertati al livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento – senza porle irrimediabilmente in crisi – realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano”

Rossi: “A Prato come ad Auschwitz”

Dopo la tragedia, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha detto che a Prato “siamo in presenza del più grande distretto tessile sommerso, basato sullo sfruttamento di decine di migliaia di lavoratori cinesi che vivono in condizioni di schiavitù, lavorando 16 ore di giorno e di notte, per un euro l’ora. Queste sono condizioni disumane, persone vivono e lavorano in soppalchi che ricordano quelli di Auschwitz. La Toscana non può permetterselo”.

“Deve intervenire il Governo nazionale, – aveva aggiunto Rossi – la Regione ha fatto la sua parte, garantendo la sanità senza chiedere un euro in più, e garantendo che nelle scuole ci fosse integrazione; ma i temi della sicurezza, e il fatto che qui ci sia un’extraterritorialità fuori da ogni legge, vanno affrontati a livello nazionale”.

In Toscana, ha detto ancora il governatore, “mi preme che siano garantiti i diritti umani delle persone. I macrolotti sono una sorta di terra di nessuno e questa situazione va gradualmente bonificata e affrontata in tutta la sua complessità”

“C’è una strada possibile. Una strada – ha sottolineato Rossi –  che è in gran parte nelle mani del Governo nazionale. Serve un intervento nazionale e ho già scritto a Letta perché serve un piano nazionale con un accordo di programma”.

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