La missione europea non si svolgerà in acque internazionali, la sua flotta aspetterà che i barconi si avvicinino all’Italia. Unhcr: “Così facendo aumenteranno i morti”
Roma, 28 agosto 2014 – Prenderà il posto di Mare Nostrum, ma non sarà uguale a Mare Nostrum.
L’operazione Frontex Plus annunciata ieri a Bruxelles sarà sbilanciata verso il pattugliamento dei confini proprio della missione dell’agenzia europea da cui prende nome, piuttosto verso l’intento umanitario dell’azione avviata dall’Italia dopo la strage di Lampedusa.
Michele Cercone, portavoce della commissaria europea Cecilia Malmstroem, conferma: “A Frontex Plus spetta la sorveglianza delle frontiere, quindi si articolerà all’interno delle acque marittime italiane (ed in questo caso anche europee), diversamente da Mare Nostrum che si estende anche in acque internazionali”.
C’è da attendersi, insomma, un arretramento della linea di intervento. Oggi, i mezzi della marina militare italiana vanno a cercare e a soccorrere le navi dei profughi quasi davanti alle coste della Libia. La flotta europea di Frontex plus opererà invece in acque italiane o maltesi e praticamente aspetterà che i barconi le vengano incontro.
L’Unhcr teme che le nuove regole di ingaggio possano fare più vittime. “Non facciamo alcun passo indietro nelle operazioni di ricerca e soccorso, se non vogliamo assistere alla moltiplicazione dei morti nel Mediterraneo” dice la portavoce Carlotta Sami.
In attesa di maggiori dettagli su Frontex Plus, Sami avverte: “Non dovrà avere nulla di meno di Mare Nostrum. Magari qualcosa di più. Perché le personecontinueranno a partire”.
Siamo, comunque, ancora alle dichiarazioni di intenti. L’accordo raggiunto ieri a Bruxelles è solo un primo passo. Ora Alfano e Malmstroem chiederanno ufficialmente a tutti gli Stati membri di mettere uomini, navi e soldi nella nuova operazione. Solo se ci sarà una risposta adeguata Frontex plus potrà partire.