Secondo l’eurodeputato le testimonial immigrate condizionerebbero l’opinione pubblica su immigrazione e integrazione. Contro le reginette del concorso di bellezza leghista “grave discriminazione di sapore quasi coloniale”
Roma, 28 febbraio 2012 – Perlomeno è coerente. Nella sua disperata battaglia non solo contro gli extracomunitari, ma contro tutti gli extrapadani, l’eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio non arretra di fronte alla bellezza mozzafiato delle tante modelle straniere che affollano le campagne pubblicitarie italiane. Le testimonial, sostiene, “andrebbero infatti scelte tra le miss Padania”.
A scatenare il facilmente eccitabile Borghezio è stato qualche giorno fa Klaus Davi, in una delle sue interviste per il canale youtube Klaus condicio. Gli ha chiesto un commento sul fatto che la linea di abbigliamento Fracomina abbia scelto anche Emira, una giovane studentessa di origine tunisina che vive da dieci anni in Italia, come testimonial per una campagna incentrata sul diritto al lavoro.
Secondo l’eurodeputato, “è molto pericoloso se dei condizionatori dell’opinione pubblica come sono le grandi agenzie di pubblicità si vogliono impossessare della questione dell’immigrazione e dell’integrazione e strumentalizzarla”. “È un argomento su cui non bisogna scherzare”anche perché secondo le proiezioni dell’Istat tra qualche decennio gli immigrati “saranno un terzo della popolazione e con la decrescita economica è una prospettiva di conflitti sociali gravi”.
Borghezio ha annunciato quindi una segnalazione al giurì per l’autodisciplina pubblicitaria. Ma chiede anche perché pubblicità e moda “non attingono ai volti e alle figure straordinarie e pulite delle miss Padania? È una forma di grave discriminazione di sapore quasi coloniale. Se avvenisse il contrario – aggiunge – lo chiamerebbero razzismo”.