La scrittrice, giornalista e blogger nata in Albania: “Nei miei racconti porto soprattutto l’emotività che faccio fatica ad esternare e gestire”
Roma, 2 gennaio 2013 – Aveva cinque anni Migena Proi quando nel 1991 giunse in Italia da Valona. Inizialmente ha vissuto in Puglia, a Ostuni, per poi trasferirsi a Montelupone in provincia di Macerata, dove attualmente vive insieme alla sua famiglia.
Oggi Migena è scrittrice, giornalista e blogger. Autrice di numerose opere, nel 2012 si è aggiudicata il primo premio del VII Concorso Letterario “Lingua Madre” con il racconto “Il museo del futuro”. Così definito dalla giuria al momento della premiazione: “Un racconto che non fa sconti, né cerca compromessi, scritto con uno stile incalzante e un linguaggio ossessivo che emoziona e rende partecipi”.
“L’abbraccio di mia sorella quando mi disse che avevo vinto il concorso è un ricordo che conservo con gelosia. Non sono solo importanti le cose che si vivono, ma è importante avere qualcuno vicino che sia pronto a condividerle con te. Vincere il concorso Lingua Madre è stata una grande soddisfazione. Insomma – prosegue l’autrice – è il primo concorso che raccoglie le storie di donne straniere e sono davvero orgogliosa di farne parte anche io. Finalmente anche a livello sociale e letterario queste storie al femminile vengono riconosciute e addirittura premiate!”.
Dopo aver conseguito la maturità classica a Recanati, Migena prosegue gli studi universitari laureandosi in economia a Bologna ed attualmente si sta specializzando presso il Politecnico delle Marche. Ai suoi studi ha sempre affiancato la grande passione per la letteratura e la scrittura. “Scrivo da quando ho 10 anni, componevo poesie nel mio diario, che aggiornavo quotidianamente, riportando i miei primi innamoramenti e le varie delusioni o illusioni. Penso che la scrittura e il giornalismo, quando non sono al servizio del potere, siano di per sé strumenti molto rivoluzionari e pacifici per strutturare la realtà e noi stessi”.
La giovane autrice collabora con diversi portali e periodici d’informazione nazionali ed internazionali occupandosi in modo particolare di tematiche socio-politiche e della condizione delle donne in Italia. “Ricordo quando realizzai l’articolo “Le donne che l’Italia ama” che capii che la cosa che mi interessava di più era scrivere sulle donne”.
Nel 2010 la scrittrice ha vinto il premio ‘Scrivere Altrove’. “Nei miei racconti porto soprattutto l’emotività che faccio fatica ad esternare e gestire. Penso che se non avessi vissuto l’esperienza della migrazione – racconta Migena – i miei racconti non esisterebbero. Scrivere per me significa conciliare e cercare di tenere insieme il mio vissuto albanese e quello italiano. Se io fossi nata e cresciuta in Italia avrei avuto una vita probabilmente più costante, e forse non avrei sentito la necessità di scrivere e raccontare. Invece è proprio questo spostarsi, appartenere a più culture, avere due mentalità diverse in testa che aggiunge sale alla vita e alla letteratura”.
Cosa farà Migena nei prossimi anni? “Nel futuro spero di approfondire ulteriormente tematiche tipiche di chi come me si sente una “generazione in bilico”, oscillando tra due modelli culturali e avendo vissuto la frattura di lasciare la terra in cui è nato – sottolinea la scrittrice. Mentre nell’immediato invece c’è la pubblicazione di un racconto che parla della storia d’amore fra due ragazze e la claustrofobia esistenziale che può provocare un sentimento non socialmente riconosciuto”.
Samia Oursana