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Facebook chiude il gruppo “Sei un negro se…”

Alla fine il social network oscura i razzisti segnalati da Stranieriinitalia.it Una piccola battaglia vinta grazie ai nostri lettori

Roma, 13 febbraio 2014 – Uno a zero contro i razzisti. Con un dubbio: Facebook li oscura solo se glielo chiedono in tanti?

Due giorni fa abbiamo spiegato come segnalare al social network diari, post, pagine, foto ecc. che puzzano di razzismo. È un procedura semplicissima, che garantisce l’anonimato a chi invia la segnalazione e che dovrebbe far sparire i “contenuti che incitano all’odio”, non ammessi dagli “Standard della comunità di Facebook”.

Alla prova pratica, però, avevamo avuto una brutta sorpresa. Nonostante una nostra segnalazione, Facebook ci aveva comunicato che non avrebbe chiuso il gruppo “Sei un negro se…”. Perché? “Abbiamo analizzato il gruppo che hai segnalato per la presenza di discorsi o simboli inneggianti all’odio e abbiamo stabilito che non viola i nostri Standard della comunità”.

Una spiegazione difficile da accettare. “Sei un negro se…” era un concentrato di odio, razzista a cominciare dal titolo, pieno di post nel quale i neri venivano equiparati a scimmie, escrementi, ritardati mentali e criminali, senza rispetto nemmeno per i bambini, che secondo qualche utente andavano chiusi negli zoo.

Poi, però, dopo quell’articolo, qualcosa è successo. Qualche timore iniziava a serpeggiare tra gli iscritti al gruppo, che probabilmente avevano capito di essere finiti sotto l’occhio del ciclone: alcuni si sono cancellati, altri suggerivano di farlo diventare un gruppo chiuso per evitare segnalazione, non venivano aggiunti nuovi post…. Soprattutto, però, devono essersi moltiplicate, grazie ai lettori, le segnalazioni a Facebook.

E così, ieri sera, la bella scoperta, annunciataci da una lettrice: “Sei un negro se…” non era più raggiungibile. L’hanno fatto sparire i suoi creatori? No, come ci ha spiegato Facebook modificando la sua risposta alla nostra segnalazione: “Abbiamo analizzato il gruppo che hai segnalato per la presenza di discorsi e simboli inneggianti all’odio. Dato che violava i nostri Standard della comunità, l’abbiamo rimosso”.

Una piccola battaglia vinta, ma la guerra ai razzisti continua.

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