Domenica, l’11 novembre, durante la serata inaugurale della nuova sezione di libri in lingua albanese nella biblioteca Quarticciolo di Roma andrà in scena anche ‘Lo Straniero’ della compagnia italo-albanese Aion Teater
Roma, 5 novembre 2012 – Domenica 11 novembre ore 16,30, si inaugura presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo, via Castellaneta 10 la nuova sezione di libri in lingua albanese. La serata, promossa dal Servizio Intercultura del Comune di Roma, da Biblioteche di Roma e patrocinato dall’Ambasciata Albanese in Italia, sarà preceduta dalla proiezione di un estratto de La Nave Dolce, il film di Daniele Vicari sul viaggio della nave Vlora, che nell’agosto 1991 raggiunse le coste di Bari con circa 20.000 persone a bordo.
Per l’occasione, è previsto inoltre un incontro con scrittori e intellettuali di primo piano: Edmond Çali (poeta), Rando Devole (sociologo) e Zef Mulaj (medico e poeta).
Alle 18.00, la serata continuerà al teatro Quarticciolo (via Ostuni, 8) con “I Huaji (Lo straniero)”, il nuovo lavoro ideato da Αιών Teatër. Il nucleo della compagnia Αιών Teatër è formato da quattro artisti, due di nazionalità albanese, due italiana: Marsel Lesko (voce e autore); Robert Bisha (piano e violoncello); Federico Di Maio (percussioni e flauto); Magda Saba (danza e archetipi).
Una composizione simbolica, che rende ancora più evidente l’importanza dell’integrazione e dello scambio interculturale, volto alla crescita umana e artistica.
Gli albanesi Marsel Lesko e Robert Bisha portano sul palco anche la loro esperienza di emigranti, trasformandola in un principio assoluto, valido per ogni essere umano: «Si può essere alieni in patria e alieni da se stessi – dice Marsel Lesko – Non serve emigrare per vivere la condizione dello straniero. In un passo diciamo: “Straniero qua, straniero là / Con gl’occhi al cielo / Cerca casa”».
Αιών Teatër rifugge dall’idea di un teatro “rappresentativo-descrittivo”; movimenti, ritmi, suoni e parole creano, e al contempo seguono, un sistema imprevedibilmente ordinato. Questa nuova forma permette di evocare memorie, immagini, atmosfere e raccogliere fili sparsi di poesia. Niente copioni, né spartiti, dunque, ma una fitta trama di danze, armonie, parole, e silenzi legati dal filo sottile dell’ascolto. “I Huaji” è un viaggio tra i suoni, i colori, i passi e le poesie di uno straniero.