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Dossier Immigrazione. 5 milioni di immigrati regolari, continueranno a crescere

Con circa 492 mila presenze, gli albanesi sono la terza comunità di stranieri in Italia. I dati del 22° rapporto di Caritas e Migrantes

Roma, 31 ottobre 2012 – Alla fine del 2011, gli immigrati regolarmente presenti in Italia erano  5 milioni e 11 mila, l’8,2% della popolazione, 43mila in più rispetto al 2010. È la stima Dossier Statistico Immigrazione di Caritas e Migrantes, presentato ieri mattina a Roma (qui una sintesi).

Quest’anno lo slogan del Dossier è “non sono numeri”, un invito a mettere al centro di ogni valutazione la dignità degli immigrati. Come nota però il coordinatore del Dossier Franco Pittau “i numeri sono indispensabili per conoscere la reale portata del fenomeno migratorio e questa intuizione metodologica sta alla base della nascita di questo rapporto sull’immigrazione”.

A guidare come sempre la classifica dei Paesi di provenienza è la Romania (997mila presenze). Seguono marocchini (506mila), albanesi (491.495), cinesi (278mila) e ucraini (223mila). La distribuzione territoriale vede gli immigrati concentrati nel Nord Italia (63%), quindi al Centro (23,8%) e solo per il 12,8% tra Sud e isole. L’Albania è anche il primo paese per numero di studenti universitari (oltre 11mila, nell’anno accademico 2011/2012, su un totale di 65.437).

Nel 2011, come negli anni precedenti, si è visto che la presenza straniera aumenta, seppure di meno rispetto al passato. Mentre venivano infatti  rilasciati all’estero 231mila visti per inserimento stabile in Italia, sono scaduti, senza essere più rinnovati, 263mila permessi di soggiorno, pregiudicando il diritto alla permanenza in Italia dei relativi titolari. Una conseguenza, nota il Dossier, che non si sarebbe determinata in misura così preoccupante se fosse stata approvata con tempestività l’autorizzazione a restare in Italia fino a 12 mesi in caso di perdita del posto di lavoro.

Il Dato del Dossier è comunque molto più alto di quello registrato dal 15° Censimento (al quale hanno risposto 3milioni 800mila stranieri). “Probabilmente il censimento non ha raggiunto tutti gli immigrati, resi sospettosi dalla crisi in atto come lo furono, nel 2001, a causa di una campagna elettorale dai toni astiosi nei loro confronti” spiega ancora Pittau.

Gli occupati stranieri sono circa 2,5 milioni, un decimo del totale. Lavorano non solo nel settore dell’assistenza familiare, dell’edilizia e dell’agricoltura ma anche in molti altri comparti, da quello marittimo al calcio. Consistente è anche il numero dei titolari d’azienda, aumentati di 21mila unità, arrivando a 249mila. La crisi, però non ha mancato di farsi sentire, con la crescita del numero dei disoccupati (310mila), la diminuzione del tasso di occupazione (62,3), una condizione di vita più difficile e, al limite, la perdita del permesso di soggiorno.

L’aumento dei permessi di soggiorno di lungo periodo (52,1% del totale) attesta la tendenza all’inserimento stabile, che senz’altro verrà confermata dopo la crisi perché così richiedono le esigenze occupazionali e demografiche del paese (le nascite da entrambi i genitori stranieri sono stimate pari a quasi 80mila nel 2011, un settimo del totale), senza dimenticare che gli immigrati sono d’aiuto ai familiari rimasti in patria e anche ai paesi di origine con l’invio delle rimesse (7,4 miliardi nel 2011).

Una stima del Dossier evidenzia che gli immigrati contribuiscono positivamente anche in termini di spesa pubblica, assicurando alle casse statali un beneficio netto stimato pari ad almeno 1,7 miliardi di euro.

Il quadro si presenta come un insieme di luci e di ombre anche per quanto riguarda i richiedenti asilo e protezione umanitaria. Nel 2011 oltre 60mila persone sono sbarcate dal Nord Africa, ma sono state più di 2mila quelle inghiottite dal Mediterraneo, non tutte le persone hanno fruito di misure per l’integrazione e i permessi accordati nel 2011 attendono di essere rinnovati.

In ogni caso, si legge ancora nella presentazione del dossier, è certo che l’immigrazione continuerà a crescere. Secondo le previsioni sul futuro demografico del paese (scenario medio), nel 2065 la popolazione complessiva (61,3 milioni di residenti) sarà l’esito di una diminuzione degli italiani di 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite e 40 milioni di decessi) e di un saldo positivo di 12 milioni delle migrazioni con l’estero (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite): in questo nuovo scenario demografico gli stranieri supereranno i 14 milioni.

Secondo Caritas e Migrantes questo quadro socio-statistico rende urgenti alcune iniziative. Sono la regolarizzazione di chi è già inserito nel mercato occupazionale, la semplificazione delle procedure riguardanti i documenti di soggiorno e la riduzione del loro costo, la stabilizzazione della permanenza (evitando un’eccessiva rotazione), la facilitazione nell’accesso alla cittadinanza almeno per i minori nati in Italia, la possibilità di accedere ai servizi senza dover aspettare la carta di soggiorno, lo sviluppo di spazi di partecipazione e il superamento delle discriminazioni in tutti gli ambiti.

Riferendosi allo slogan ispirato alle parole riferite agli immigrati da Papa Benedetto XVI (“non sono numeri” bensì persone “che cercano un luogo dove vivere in pace”), il presidente della Fondazione Migrantes, S. E. mons. Paolo Schiavon esorta a parlare in positivo dell’immigrazione, raccomandando ai decisori pubblici di promuovere una politica migratoria sempre più efficace, in particolare attraverso la semplificazione della normativa e la stabilizzazione del soggiorno.

“Auspico che nel 2012, proclamato ‘anno europeo della cittadinanza’ e anno di inizio di una nuova legislatura, si ponga nuovamente mano alla riforma della normativa. Inoltre- ha aggiunto Schiavon –  auspico che nell’anno della fede, si dedichi una particolare attenzione alla dimensione religiosa degli immigrati e alla convivenza interreligiosa”.

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Caritas e Migrantes. Dossier Statistico Immigrazione 2012. Scheda di sintesi

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