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Edmond Godo, un albanese in corsa per il Primo Municipio di Roma

Edmond Godo è arrivato in Italia nel marzo del 1991, col grande esodo, oggi a distanza di 22 anni passati a Roma, si candida per il Consiglio del Primo Municipio dove vive.

A Roma ha formato la sua famiglia ed ha svolto diverse attività prima sociali e poi politiche accanto al suo lavoro come receptionist presso una struttura alberghiera. Nel frattempo, si è laureato in Sociologia con Indirizzo Politico Istituzionale all’Università La Sapienza. Nel 2004 è stato eletto Consigliere Aggiunto al Municipio Roma III, mentre nel 2008, Rappresentante della Comunità Albanese al Comune di Roma, carica che ricopre tuttora.
Lavorare per mantenere la famiglia, studiare e trovare anche il tempo per impregnarsi nella politica, non è stata facile, ma come dice lui stesso, “anche se molto faticoso, è importante essere riuscito”.

Buongiorno Edmond, perché ha deciso di candidarsi nelle prossime elezioni amministrative del 26-27 maggio a Roma?

Vivo e lavoro a Roma da 22 anni e qui ho maturato le prime esperienze politiche e amministrative. Mi sento cittadino di questa grande e bella città e mi piacerebbe mettere al servizio del territorio dove vivo la mia esperienza.

Perché per la lista civica per Marino Sindaco di Roma?

Lista civica comprende la società civile di tutte le categorie. Sono stato individuato come interlocutore che proviene dall’esperienza dell’immigrazione e come esponente della comunità albanese che vive a Roma. Non è un’avventura individuale ma una sfida collettiva di persone che con età, culture e competenze diverse che condividono una comune passione per l’impegno civico e politico. Cercherò di convincerle i cittadini ad impegnarsi direttamente per rendere Roma migliore.

Com’è visto lo Straniero a Roma?

Ci sono due categorie di stranieri in questa città: nella prima sono i turisti, che i romani li chiamano “cacci i sordi” e che spesso sono oggetto di fregature  e, nella seconda fanno parte gli immigrati, quelli che mandano avanti questa città lavorando umilmente, a volte per pochi soldi, con pochi diritti e non hanno voce.
Il mio sogno? Vedere al centro di Roma un vigile di colore che parla in inglese con i turisti.

Cosa si potrebbe fare per i diritti degli immigrati?

È un nodo ancora da sciogliere. Si è parlato molto e si e fatto poco. A livello territoriale c’è tanto da fare, ad esempio, per l’accesso degli stranieri all’edilizia popolare.

Dal 2004 rappresenta gli albanesi al comune e municipio eletto come consigliere aggiunto…

Sì, nel 2004 sono stato eletto Consigliere Aggiunto al Municipio Roma III, mentre nel 2008, Rappresentante della Comunità Albanese al Comune di Roma, carica che ricopro tuttora.
Un’esperienza molto importante a livello personale, perché noi consiglieri aggiunti siamo stati i primi stranieri ad accedere alle istituzioni. Purtroppo, a livello pratico il nostro compito non è stato facile perché le politiche dell’immigrazione in Italia cambiano da una sanatoria all’altra e sono facilmente strumentalizzate, mentre il nostro potere decisionale è stato molto limitato, quasi inesistente. Potevamo soltanto proporre ma non decidere, poiché i consiglieri aggiunti non hanno diritto di voto.

Quale è stato il suo rapporto con la comunità albanese?

Ottimo direi, visto che sono stato eletto due volte da loro stessi.

Cosa ha fatto Lei per la comunità albanese?

In occasione del Centenario dell’indipendenza dell’Albania, insieme all’Ambasciata Albanese e lo staff del portale Shqiptariiitalise.com, abbiamo organizzato l’evento “Il paese di fronte”. E, a gennaio scorso il concerto “La befana vien cantando” festa per i bambini albanesi dell’Albania, Kosovo e Macedonia. Penso che ci siano tantissime altre cose da fare, una su tutte, per esempio, la scuola di lingua madre.

Nel nome della comunità ha chiesto di dedicare una piazza di Roma a Madre Teresa?

Il Sindaco di Roma Alemanno, ha organizzato un evento per commemorare il centenario della santa Madre e in quella occasione, in nome della comunità albanese, ho chiesto che venisse dedicata una piazza di Roma. Il sindaco l’ha promesso. Purtroppo, i tempi della toponomastica sono abbastanza lunghi e so che è già n corso un progetto di dedicare proprio una chiesa alla santa Teresa.

Se venisse eletto, i rapporti con la comunità cambieranno?

Non credo affatto. La mia storia inizia lì e io sono parte integrante di essa. Continuerò a contribuire come prima.

Le associazioni albanesi sono in grado di fare una confederazione?

Si è parlato moltissimo, ma soltanto adesso ci si sta muovendo seriamente in questa direzione. Ci sono dei tentativi in corso ma penso che ci vorrà ancora del tempo. Uno dei nodi è la distanza tra di loro. Italia è un enorme paese e per spostarci ha dei costi. Il punto su cui convergere, a mio avviso, è la promozione della nostra cultura.

Si vota anche in Albania, e gli albanesi d’Italia anche questa volta sono esclusi. Che ne pensa dell’esercitazione del loro diritto di voto nel paese in cui vivono?

Più di un terzo degli albanesi vive all’estero ed è urgente che anche loro abbiano assicurato il loro diritto costituzionale del voto. Credo sia arrivato il momento che la politica albanese dia veramente loro la possibilità di votare dove vivono. Però, basta con la demagogia dei partiti e si diano da fare per risolvere tecnicamente questa questione.

Ha una delega per il turismo al centro storico di Roma?

Si, sono delegato per le politiche del Turismo al Centro Storico nominato dal Presidente del primo municipio Orlando Corsetti che mi ha chiamato in qualità di consulente, conoscendo le mie qualità per gli studi e le ricerche fatte nell’ambito del turismo. Abbiamo lavorato per una mobilità sempre più sostenibile, per il contrasto di ogni forma di abusivismo, abbiamo lottato contro l’invasione quotidiana dei bus turistici e ci siamo impegnati per il rispetto della legalità e il decoro nel centro storico. Adesso stiamo lavorando a un progetto a favorire gli ostelli per la gioventù al centro di Roma visto che al centro i costi sono relativamente molto alti per i giovani.

Chi pensa che voterebbe per un nuovo cittadino?

Tra gli albanesi possono votare solo coloro che sono in possesso della cittadinanza. I miei connazionali residenti a Roma sono circa 6 mila, ma coloro che votano sono solo una piccola parte.
Ci sono anche gli arberesh, e chi mi conosce mi ha già dato il sostegno. Ma spero di avere l’appoggio anche delle altre comunità e, perché no, anche degli italiani stessi, in poche parole, spero di avere il voto di tutti coloro che mi conoscono per il mio impegno verso la comunità durante questi anni.
Le mie possibilità apparentemente sono ridotte rispetto a quelle di chi è nato qui, ma io non mi perdo d’anima, perché la politica è fatta di alleanze e io gli ho già fatte alcune. Ho inviato anche una lettera aperta a tutti i miei amici italiani e albanesi residenti che mi possano dare una mano con le loro conoscenze.

Dalla comunità albanese residente a Roma ci sono altri candidati?

Non mi risulta, mi piacerebbe che fossimo in tanti.

Come sta affrontando la campagna elettorale?

Tra mille difficoltà. Non sono riuscito nemmeno a prendere le ferie. Ma la mia esperienza mi insegna che si può. Sono stato eletto due volte lavorando sempre.

Qual è il punto di forza della sua candidatura?

Per governare il centro di Roma, che è il cuore culturale, economico e turistico della città, serve una squadra di persone capaci e competenti. Direi che l’elemento forte della mia candidatura sia l’esperienza maturata nel tempo e durante due mandati d’elezione.

Chi è candidato per Presidente al Primo Municipio per il Centro Sinistra?

Dalle primarie del partito Democratico e stata scelta una donna come candidata, si chiama Sabrina Alfonsi. Ho avuto modo di conoscerla e mi piace perche è una donna determinata. Sono contento per lei e vedo con ottimismo la partecipazione delle donne alla politica attiva. Lo slogan nostro è “Io scelgo un Municipio che Risponde, Governa e Risolve”.

Il suo slogan: “Edmond Godo per il Rinnovamento”, cosa significa?

La mia candidatura rappresenta una nuova figura multiculturale e con esperienza. Infatti, il mio nome straniero è l’unico tra le righe dei candidati.

Chi sarà il prossimo sindaco di Roma?

Ignazio Marino.

Red. Shqiptari i Italisë

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