in

La leggerezza dell’essere razzista

Di Keti Biçoku

“Mi piace, perché è abbronzato e giovane”. Va bene se lo dice il regista dello spot di una crema abbronzante, durante il casting. Ma quando la frase viene detta dal primo ministro dell’Italia riferita al presidente di colore degli Stati Uniti, capisci che la battuta è quantomeno di cattivo gusto. Ma visto che di battute e barzellette ne diceva una dopo l’altra, qualcuno ha sorriso pure, però tanti – si spera – si sono vergognati un po’.

Ma se al presidente americano si dà dell’abbronzato, la battuta si incattivisce, si imbruttisce se a dirle non sono politici tanto bravi quanto il presidente del consiglio, e se ci si riferisce ad un immigrato qualsiasi di colore. Diventano orangutanghi o bingo-bongo. E gli italiani sorridono, e magari votano pure per chi dice tali baggianate. Del parlar male degli immigrati, una forza politica ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, e con un certo successo, visto che è stata a lungo seconda forza della coalizione di governo. Anzi, un suo esponente, anche ministro degli interni, ha sostenuto candidamente che razzisti conviene in termini di voti.

E tutto si giustifica. Una volta per il gusto della battuta, un’altra perché presi dalla foga del comizio.

Fin qua se ti va bene, perché dalle battute si arriva presto alle offese pesanti. Come ad augurare tutto il male possibile (che venga stuprata, per esempio) ad una ministra della repubblica italiana, per giustificarsi poi che c’è  l’hanno con lei perché non piace la sua politica, perché non è competente. Detta da gente che ha definito porcate le sue stesse leggi, sembra poco credibile!

Sentendo cosa dicono questi opinion leader, la gente per strada si permette di dirne di peggio: sporco negro e albanese di m…, fuori dai c…, a morte tutti ecc.

Ed a passare dalle parole ai fatti, il passo è breve. Si discrimina sul posto di lavoro, nella ricerca di una casa. E non solo tra la gente. È lo Stato stesso che a volte distingue tra noi e loro. Si arriva fino a sorpassare quel limite oltre il quale interviene la legge contro la discriminazione e il razzismo.

Se sono razzisti gli italiani? Sarebbe facile e riduttivo dire semplicemente sì. Tanti lo diventano senza rendersene conto, facendo una battuta sull’immigrato, sul nero, sul musulmano senza pensare alla gravità del pensiero espresso ma solo all’ ilarità causata. Alcuni lo sono per ignoranza, ti discriminano soltanto perché hanno sentito parlare male della tua gente dai politici oppure in tv. Lo dimostrano anche le parole che vogliono forse essere bonarie, del tipo “Sei albanese? Non sembri”, dette da gente che di albanesi non ha conosciuto nemmeno uno da vicino. C’è gente convinta che l’albanese, il nigeriano, anche il rumeno a volte, sono extracomunitari, ma lo svizzero e l’americano non lo sono.  

Infine, alcuni italiani sono profondamente razzisti. Coloro che pensano che l’Italia sia solo degli italiani, che gli stranieri debbano andarsene tutti quanti, che sparare ai barconi non sarebbe poi cosa così grave, che i ragazzi nati e cresciuti qui sono stranieri, che lo straniero va bene per lavorare ma se rimane senza occupazione deve andarsene al più presto senza pretendere niente. Questi causano veri danni all’Italia.

E pensare che sembrava bella, la battuta su Obama: “Mi piace, perché è abbronzato e giovane”.

Articolo pubblicato nel libro “I giorni della vergogna. Gli insulti a Cécile Kyenge e all’Italia” di Stranieri in Italia, scaricabile online

“I giorni della vergogna. Gli insulti a Cécile Kyenge e all’Italia”. Scarica il libro

Ambasadori grek: Integrimi i Shqipërisë në BE një proces i pakthyeshëm