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L’arte “invisibile”

Quanti ragazzi e ragazze giovani e non sempre giovani, ci sono nel mondo, ad avere tanto talento! Talento o dono innati, coltivati dalla loro forza di volontà e passione ma che, non hanno avuto la possibilità di farsi conoscere e praticare comodamente la loro arte!
Quanti musicisti, pittori e scultori, ballerini, acrobati e danzatori, quanti poeti, scrittori, ricercatori e altri ancora che non sono stati apprezzati a dovere…
Di Adela Kolea

Estate, Rimini.
Un bel luogo dove trascorrere le vacanze, sia per il litorale, sia per le varie attività sulla riva, che fuori la spiaggia, per tutte le età, comprese le famiglie, i bambini. Questo, durante tutto l’arco della giornata.
Buona la cucina tipica locale e ottima anche una caratteristica particolare della sua gente, o almeno, di coloro che ho avuto la fortuna di conoscere: L’ospitalità! Attenzione: Non state sfogliando il dépliant di qualche agenzia di viaggi, ma ho voluto riportare alcune impressioni personali, riguardo.

Dopo una giornata trascorsa tra il sole, l’acqua così gradevole e la sabbia bollente, quella serata, pensai di approfittare per andare a trovare un nostro amico che, a Rimini città, esercita la sua professione di pittore. Nei pressi del centro della città, in un appartamento situato in una palazzina di pochi piani, sono collocati il suo studio e l’atelier di lavoro. Salimmo le scale, ammirando l’interno dell’edificio, antico ma ristrutturato con cura di recente e notammo l’eleganza del suo studio, in quell’appartamento che, lui ci teneva particolarmente a precisare, di avere ereditato dal nonno.

Infatti, lo studio era davvero molto elegante! Le pareti, portavano il peso e lo spessore dei suoi propri quadri, i quali abbracciavano l’arte moderna. L’arredamento dello studio: la scrivania, la libreria, alcune mensole. anche se in linea con la disposizione dei quadri nelle pareti, sembrava ‘lamentarsi’ un po’, per essere condizionato proprio dallo spazio occupato da questi quadri, egoisticamente. Dopo avere scambiato due parole, mentre prendevamo il caffè, ricordando tra l’altro, anche delle vecchie amicizie in comune, espressi il desiderio di guardare da vicino i quadri dello studio e alcuni altri nell’atelier accanto. Nell’atelier c’era disordine, come di solito è normale per una stanza da lavoro, dove vengono mescolati barattoli di colori, pennelli e attrezzi di lavoro vari, insomma. Con uno sguardo molto attento, come quello tipico di una persona che ama soffermarsi profondamente nelle cose che le interessano, mi fermavo ad ogni quadro. Detto questo, ci tengo a precisare di non essere affatto un’esperta di pittura, tanto per intenderci. Ma, naturalmente amo ciò che è bello e mi faccio guidare dai miei gusti personali e, non solo: Se mi si dovesse venire chiesto di osservare una cosa su cui dovere trarre un giudizio in brevissimo tempo, nel caso preciso, un dipinto o qualsiasi soggetto, la cosa mi infastidisce un po’. Non solo, siamo sinceri, per la mancanza di competenze in vari ambiti, ma semplicemente perché, sotto sotto, mi pare di avere capito che è la superficialità colei che mi imbarazza! Non avendo (in alcuni casi, per mia sfortuna) un buon rapporto con la superficialità, essa la detesto riguardante uno sguardo, un’osservazione, un ascolto, un parere, un giudizio e per di più, una conclusione!.
Dopo essermi soffermata un po’ più che sugli altri, particolarmente su due di essi, espressi al nostro amico il mio desiderio di averli sulla parete di casa mia e di volerli comprare. Sapevo anche della sua esposizione in città. Con uno sguardo felice per la considerazione del suo lavoro, per la mia scelta e l’apprezzamento che gli ho giustamente riservato, e che come ogni artista, sia normale che senta dentro di sé, lui mi ringraziò e si impegnò di preparare e mandarmi i due quadri. In più, aggiunse un altro, questo un regalo da parte sua, che ho gradito molto.
Ci abbracciammo e ci salutammo, naturalmente contenti entrambi di questo incontro.

Quando scendemmo in strada, per il percorso che avremmo scelto per rientrare in albergo, al posto delle strade interne, decisi di passare per il lungo mare, laddove la vivacità è protagonista in questi periodi estivi!
Gente che passeggia; spettacoli di strada; venditori ambulanti di articoli tra i più vari; (ogni tanto qualche venditore abusivo, specialmente africano, sempre in allerta a dovere scappare ad un eventuale arrivo degli agenti della Guardia di Finanza o vigili); delle donne africane che fanno le treccine ai cappelli alle ragazzine; cuochi ambulanti, esperti del cibo rapido, ma di quello dalla digestione un po’ lenta; donne che espongono dei lavori o ricami fatti a mano ecc.
In poche parole gente che, oltre ad essere dotata di una determinata particolarità o competenza, contemporaneamente ha il dono di possederne anche un’altra: quella dell’improvvisazione, dell’arte di sapersi adattare e riuscire bene in ogni contesto o ambiente!

I miei piedi si fermarono sull’asfalto, davanti ad un mucchio di persone curiose. Loro stavano osservando un ragazzo che, seduto su una piccola sedia portatile, con davanti a sé un piccolo tavolino, portatile anch’esso, da permettersi così a ‘seguire’ il loro proprietario nei suoi spostamenti, il quale stava pitturando! In quell’istante, stava realizzando il ritratto di una bambina. Inchiodai i piedi su quel marciapiede, notai con attenzione le sue dita muoversi con disinvoltura sul foglio bianco da disegno, sul suo meraviglioso lavoro, in quelle condizioni affatto comode: in mezzo alla confusione della gente, dei veicoli, dei suoni della musica che arrivava da tutte le parti, mescolando vari ritmi e differenti brani musicali. Ma mi convinsi di una cosa: che tutto questo contesto, venisse forse considerato solo da parte nostra come ‘confusione’, da noi, osservatori esterni. Per lui invece, la confusione non esisteva! Immerso nel suo mondo, nel disegno, concentrato a volere realizzare nel migliore dei modi il ritratto di quella bimba, lui lavorava con una strana tranquillità! Infatti, il risultato fu bellissimo. La gente rimase molto affascinata dal suo lavoro, dalla sua arte, effettuata in breve tempo e in condizioni inadeguate. Io, ne rimasi forse, meravigliata un po’ di più e lo dimostra credo, il semplice fatto, che di lui sto raccontandovi in questo momento.

Mi tornò in mente il nostro recentissimo incontro con l’amico pittore, il suo studio, l’atelier, la sua esposizione, l’appartamento ereditato dal nonno e non solo.
Questo pittore di strada, come studio aveva il lungomare, come profumo per il suo ambiente di lavoro, aveva l’odore del mare, come illuminazione, la forte luce del sole, oppure la pallida luce della luna. Sulle sue spalle sentiva il peso della gente che lo osservava e che curiosa, seguiva ogni riga che lui tracciava, ogni cerchio, quadretto che disegnava, come colorava.

Che non me ne abbia il mio amico pittore, anche perché lui sa quanto lo apprezzo, ma in quei momenti, molti furono i pensieri ad attraversare la mia testa. Quanti ragazzi e ragazze giovani e non sempre giovani, ci sono nel mondo ad avere tanto talento! Talento o dono innati, coltivati dalla loro forza di volontà e passione ma che, non hanno avuto la possibilità di farsi conoscere e presentare e, tanto meno, ottenere la possibilità di praticare comodamente la loro arte!
Quanti musicisti che hanno sognato un palcoscenico; quanti scultori, perché no, anche come coloro che al mare, eseguono delle sculture di sabbia; quanti ballerini, acrobati e danzatori di strada non hanno mai avuto la possibilità di eseguire neanche due passi della loro danza o salti su palchi e palestre adeguati; quanti ragazzi talentuosi, perché no, anche coloro dei graffiti sui muri, l’arte dei quali potrebbe essere sfruttata al meglio in qualche contesto valido. Anche loro, con due o tre bombolette colorate a spray potrebbero contribuire ad abbellire qualche parete oramai in crollo, e in questo modo, essere aiutati anche loro stessi al crollo personale che qualcuno di loro purtroppo subisce; quanti poeti, scrittori, ricercatori ecc. che non sono stati apprezzati a dovere; quanti illusionisti talentuosi sono stati ignorati, essendo considerati magari come degli ‘impostori’, quando forse l’arte dell’intrattenimento li avrebbe apprezzati se li avesse conosciuti.
Loro oggi, sono forse non tantissimi come molto tempo fa, questo è vero, anche perché esistono più forme istituzionalizzate dell’arte, ma arrivare fino qui, per tanti, questo è il punto!.

Avrei voluto essere al posto di artisti come Antonacci, Springsteen, Sting, Bon Jovi, quando hanno scelto di fare questa dura esperienza: quella di travestirsi, camuffarsi e fare per un giorno gli artisti di strada! Avrei voluto sentire, cosa prova un’artista del loro calibro, ad esibirsi in un palcoscenico di un comfort come quello di una strada!
La vita è un’arte e chi meglio di queste persone l’ha costatato. È un’arte penso, di ciò che concerne l’incontro di alcuni elementi come: il sapere, il dono, il talento, la volontà, la tenacia, la determinazione, con un pizzico di ciò che è la fortuna!
Il talento non muore mai, ma possibilmente, va aiutato e supportato!

È ciò che io auguro di cuore all’arte e al talento nel mondo, soprattutto a quell’arte “invisibile” dentro ognuno di voi, dentro a chiunque senta di avere la fortuna di possederlo, che venga fuori, che trionfa!
Questo, per la soddisfazione personale di ognuno, ma specialmente, considerando che l’unione di tanti talenti, (e non necessariamente tali, ma portatori di buoni esempi) di molteplici forme, non può non condurci verso un mondo migliore.

 

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