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L’immigrazione nei tg italiani? Sbarchi e crimini

Ricerca dell’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali: “L’informazione televisiva ne parla quasi sempre in contesti negativi, manca una riflessione generale sul fenomeno”

Roma, 27 luglio 2012 – Tv poco attenta ai soggetti a rischio discriminazione. I tg nazionali parlano d’immigrati ma soprattutto come responsabili di episodi illeciti, mentre è scarsa l’attenzione per disabili e quasi nulla quella per individui ‘minacciati’ per il loro orientamento sessuale e identita’ di genere.

Sono i risultati preliminari di uno studio condotto da Isimm Ricerche per conto dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), che ha analizzato quanto nella tv italiana siano presenti stereotipi discriminatori, quali l’origine etnico-razziale, la disabilita’, l’orientamento sessuale e l’identita’ di genere. Sotto la lente dell’Unar tutte le edizioni prime time e day time dei principali telegiornali nazionali.

I tre principali telegiornali della Rai, quelli di Mediaset, il TgLa7 e SkyTg24, per esempio – si legge sul sito dell’Unar – dedicano mediamente solo l’1,4% della loro durata complessiva a temi o eventi collegati ai soggetti a rischio.

La stragrande maggioranza dell’attenzione mediale, comunque, è concentrata sulle persone di diversa nazionalità, etnia o religione (88,9% delle 24 ore, 15 minuti e 16 secondi complessivamente dedicate dai Tg nazionali ai soggetti a rischio nel periodo che va dal 1 luglio al 31 dicembre).

Gli immigrati compaiono più frequentemente all’interno delle notizie di cronaca (80,1% del tempo complessivamente dedicato a questi soggetti da parte delle testate principali). Sbarchi e crimini (62,1% del tempo complessivo) o arresti da parte delle forze dell’ordine (14,7%) sono le notizie più diffuse. Quando non sono autori di reati o di episodi d’illegalità, gli immigrati arrivano sul piccolo schermo in quanto vittime di azioni negative (discriminazione, razzismo, violenza con il 23,5%). Quel che sembra mancare, è una riflessione più generale sui fenomeni legati a questi soggetti.

Le persone a rischio discriminazione per disabilità non sono, sostanzialmente, oggetto dell’attenzione dei telegiornali italiani – risulta ancora dall’indagine – e, quando lo sono, vengono visti come figure singole e come vittime, solo raramente come fatto sociale, come gruppo degno di attenzione in quanto tale. Infine, gli individui a rischio per orientamento sessuale e identità di genere, sono oggetto di un’attenzione ancora più ridotta da parte dei principali tg nazionali (0,06% della loro durata), e quando ciò accade, avviene soprattutto all’interno delle edizioni prime time (69,9% del tempo a loro dedicato).

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