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Renzo Bossi e altri studenti italiani indagati a Tirana

Parola del ministro albanese dell’Interno, Saimir Tahiri, a Radio 24. Per le lauree universitarie prese senza mai mettere piede in Albania.
Tahiri: “Non vogliamo il turismo delle lauree comprate. Gli studenti fantasma sono un danno per tutti”

Tirana, 2 dicembre 2013 – Il “trota” Renzo Bossi, figlio del Senatur, laureato albanese a sua insaputa, è uno degli studenti italiani indagati a Tirana ”per aver conseguito una laurea senza aver mai seguito le lezioni nelle università private albanesi”.

La notizia l’ha data stamattina a Radio 24 Saimir Tahiri, il ministro dell’Interno albanese.

”Non vogliamo il turismo delle lauree comprate, questi studenti fantasma sono indagati per corruzione, abuso d’ufficio e altri reati. Anche Renzo Bossi è uno dei casi”, ha aggiunto Tahiri.

Il caso di Renzo Bossi era già emerso in merito all’inchiesta sui fondi pubblici della Lega in cui sono rimasti coinvolti i vecchi vertici del Carroccio. Secondo Tahiri, a Tirana, il governo ha ora avviato un’operazione di verifica di qualità dei tanti (troppi, secondo alcuni) atenei privati aperti in Albania. Sul punto il ministro dichiara: “Affidiamo ad una società internazionale di valutazione, la verifica degli standard di qualità degli atenei albanesi. Gli studenti fantasma sono un danno per tutti. Sono meno di dieci gli studenti italiani su cui stiamo indagando, hanno preso la laurea in Scienze sociali senza essere venuti neanche un giorno”.

Possibile la revoca del diploma di laurea? “Quella sarà una decisione amministrativa, noi stiamo indagando anche su quanti vanno all’estero per individuare le persone che vogliono questa laurea e pagano” per averla, senza averne seguito i corsi.

Intanto, l’Università Kristal di Tirana continua a sfornare laureati e a iscrivere nuovi studenti. L’unica a passare guai giudiziari, per lo scandalo Bossi Jr., è una responsabile segreteria studenti, Jonida Ajazi, condannata il 26 novembre dell’anno scorso ad un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa con la condizionale) per “falsificazione dei documenti scolastici”. Nessun professore subì alcuna misura restrittiva, anche se è difficile credere che gli ottimi voti e il diploma di laurea del Trota fossero tutti sottoscritti dalla segretaria e nessuno del corpo docente sapesse niente.

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