Le associazioni islamiche milanesi tirano fuori una sua vecchia nella moschea di via Padova: “Altro che ruspa, faceva campagna elettorale”.
Il leader della Lega: “Che idiozia”
Milano, 16 giugno 2016 – “A Milano non c’è spazio per una mosche”, “Gli islamici? Preghino a casa loro”. “Non si possono edificare luoghi di culto per Allah, nel momento in cui nel nome di Allah si uccide”…
Matteo Salvini ha fatto sapere a più riprese cosa ne pensa del diritto dei musulmani d’Italia di avere posti in cui pregare. E allora cosa ci faceva quindici anni fa in una di quelle moschee necessariamente improvvisate che oggi vorrebbe far sparire, accanto e tre persone che oggi accusa di essere vicine all’integralismo islamico? “Chiedeva voti”.
Davide Piccardo, che guida il Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza e Brianza (Caim), ha pubblicato ieri sulla sua pagina facebook una foto del 2001 che ritrae un giovane Salvini, allora consigliere comunale, che parla al microfono nella moschea di via Padova.
Piccardo vuole rispondere alla “campagna diffamatoria condotta da esponenti del centro-destra e dai loro organi di stampa con lo scopo di infangare la credibilità di Sumaya Abdel Qader”, membro del Caim che si è presentata con il Pd alle comunali. In queste settimane di campagna elettorale, Lega Nord e alleati hanno tuonato per le foto del padre della candidata con il deposto presidente egiziano Morsi (Fratelli musulmani) o per i commenti pro Hamas postati dalla madre su Facebook.
“Servendosi di un’attività di dossieraggio costante ed approfondita – sostiene Piccardo – ripropongono i rapporti tra persone del tutto incensurate ammantandoli di un atmosfera di sospetto, mistificando e condendo il tutto con una buona dose di insinuanzioni. Per sostenere il teorema dell’ “Islam politico” che infiltra la politica si distorce l’identità delle nostre associazioni, si ignorano bellamente le nostre prese di posizione e il nostro lavoro sociale, educativo e culturale e si demonizza il pensiero riformista che le ispira. La politica con noi non dovrebbe nemmeno parlare”.
“E allora mi chiedo – ha scritto Piccardo – che cosa ci facesse Matteo Salvini in via Padova 144 in quella che chiamerebbe una moschea abusiva da abbattere con una ruspa, in compagnia di Gueddouda Boubakeur (esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi e parlamentare in Algeria di un partito di ispirazione islamica) di Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief eAbdullah Tchina imam di via Padova, della Moschea Mariam e fondatore del CAIM”.
“Salvini era in campagna elettorale e chiedeva voti” conclude Piccardo, aggiungendo l’ hashtag, #coerenza. Il segretario della Lega Nord, però, smentisce: “Che idiozia. Quella foto è di 15 anni fa, ero stato invitato con la commissione Sicurezza. Vado anche nei campi rom, ma non a chiedere voti”.
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