Vi ricordate la storia di Aleks Vulaj? Cittadino albanese, da molto tempo in Italia, per oltre dieci anni è stato vittima di un caso di omonimia. Qualcuno, che gli aveva rubato i documenti, era un poco di buono e aveva compiuto atti condanabili per legge. Per questa ragione, ogni volta che il nostro vero Aleks presentava i suoi documenti ad un agente della polizia, gli facevano passare un calvario: prima lo fermano per interrogarlo e prendergli le impronte e poi puntualmente lo rilasciavano. Per il semplice fatto che di volta in volta veniva riconosciuto che lui è una persona pulita. Però al successivo controllo la storia si ripeteva.
Finalmente, un tribunale ha messo definitivamente la parola fine a questo caso con una semplice ordinanza di “Correzione di errore materiale…”.
La bella notizia ce la dà lui con una lettera che volentieri pubblichiamo:
In questi giorni è arrivato il momento tanto atteso per me e mia famiglia con una raccomandata direttamente dal tribunale di Cuneo. L’ordinanza del giudice cita testualmente: “Correzione di errore materiale Rettifica iscrizioni”.
Si è parlato tanto (anche in questo giornale) in questi mesi, sopratutto perché ci ho messo ben undici anni per far sapere chi sono veramente. Visto come ben sapete che le forze dell’ordine facendo ovviamente il loro dovere mi scambiavano per un ladro residente nella provincia di Cuneo, nella quale guarda caso non ci avevo mai messo piede fino a pochi mesi fa qundo mi recai per ritirare dei provvedimenti “a mio carico” per il semplice motivo della parziale coincidenza dati anagrafici tra me e un’altra persona.
Vi confesso cari amici e lettori di questo giornale che al di là delle spese che ho dovuto affrontare ovviamente, sono strafelice perché finalmente sono un uomo libero.
Anche senza avere commesso nessun crimine, questa storia mi è costata troppo: essere giudicato per un ladro e subire in ogni dogana o posto di controllo dei pregiudizi, spendere del tempo e danaro per spese legali e notarili, in Italia e Albania, due giornate di lavoro perse, due viaggi fino al tribunale di Cuneo.
Ma posso dire che ne è valsa la pena perché tra pochi posso iniziare finalmente con il mio avocato Matteo Ceriani l’iter della cittadinanza italiana. Colgo l’occasione per ringraziarla per il duro lavoro svolto in questi mesi, che immagino non era semplice essendo passato personalmente anche per altri studi legali senza tanto successo e risposte chiare.
Ringrazio anche Shqiptari i Italisë e tutti i media che si sono occupati da subito per questo caso così complicato. Non mi sono sentito solo neanche per un momento così anche da parte dei amici e familiari.
Avevo sempre in mente un famoso detto: “Male non fare, paura non avere” anche se sappiamo bene che non è sempre cosi perché spesso finiscono in carcere gli innocenti e restano fuori i veri delinquenti. In tanti mi hanno contattato sia sui social che telefonicamente che avevano avuto problemi simili, cioè venivano scambiati per altre persone che ne avevano combinato di tutti i colori. Grazie a tutti!
Aleks Vulaj
Legnano (Mi)
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