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Salvini: “Ripuliamo le città dagli immigrati”. Sindacati di Polizia prendono le distanze

Il segretario in divisa della polizia alla festa della Lega: “Basta con le buone maniere… Con noi al governo polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città”
Protestano i sindacati: “Le
forze dell’ordine agiscono sempre e solo nel rispetto delle leggi e dei principi della Costituzione”

Roma, 17 agosto 2016 – Per Matteo Salvini serve “pulizia”, e lo sporco sono gli immigrati. Senza freni davanti alla platea della festa della Lega Nord a Ponte di Legno, lunedì scorso, il segretario, in divisa della Polizia di Stato, ha annunciato: “Quando saremo al governo polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città”. Una risposta alla “pulizia etnica controllata e finanziata” che starebbero subendo gli italiani con l’arrivo di profughi e migranti. 

Per Salvini, quanti vengono accolti in Italia andrebbero “fatti lavorare per ripagare il prezzo della nostra ospitalità, come fanno in Austria”. E intanto dovrebbero essere sgomberati dalle strutture reperite faticosamente dal Viminale in tutto il territorio nazionale. “Basta con le buone maniere: lo propongo a tutti gli amministratori della Lega, andiamoci a riprendere un albergo in ogni regione e lo restituiamo agli italiani”. E gli albergatori?  “Vadano pure in fallimento”, taglia corto il leader della Lega. 

Mendicanti, lavavetri, “zecche”, immigrati in fila all’ospedale, per Salvini sono tutti un problema. Pronta la soluzione: “Prendiamo un bel furgone, li carichiamo lì e li molliamo in mezzo al bosco a 200 chilometri, così ci mettono un po’ a tornare“.  

E chi non la pensa come lui è ”un italiano smidollato“.

Le esternazioni minacciose del segretario leghista non sono piaciute affatto, però, alla maggior parte dei sindacati nazionali della Polizia che hanno protestato in coro.

Felice Romano, segretario del Siulp, il primo sindacato italiano, chiede a Salvini di rinunciare all’immunità parlamentare, visto che indossare la divisa della Polizia costituisce reato. “Il fatto che sia un parlamentare, non può autorizzarlo a indossare impunemente la nostra divisa. Ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti, anche da lui” attacca Romano. “Che gli italiani siano tranquilli – conclude Romano – la polizia così come carabinieri e le altre forze dell’ordine agiranno sempre e solo nel rispetto delle leggi che il Parlamento ci dà. E dei principi della Costituzione su cui abbiamo giurato lealtà”.

Anche per Giuseppe Tiani, segretario Siap, “non è accettabile che un politico come Salvini possa continuare a permettersi d’indossare la divisa della Polizia di Stato promettendo che se dovesse andare al Governo utilizzerà poliziotti o carabinieri per una sorta di delirante demagogica e pericolosa ‘pulizia etnica’”.
“Corre l’obbligo di ricordare a Salvini che l’ultimo governo di cui la Lega ha fatto parte è quello dei tagli lineari a tutte le Forze di Polizia i cui effetti nefasti paghiamo ancora oggi nonostante l’emergenza sul fronte dell’immigrazione e del terrorismo. Quanto accaduto ieri a Ponte di Legno è un atto gravissimo perché si tenta di manipolare sul piano politico il ruolo delle Forze di polizia che sono terze e rispondono solo agli interessi dello Stato e delle politiche di Governo legittimate dalle procedure democratiche” dichiara Tiani.

Con lo stesso tono risponde alle esternazioni di Salvini anche Daniele Tissone, segretario generale Silp-Cgil. “Salvini – dichiara Tissone – sale, nuovamente, sul palco con la maglietta della polizia addosso: è nuovamente inaccettabile. Come lo sono le sue frasi. Ma Salvini si rende conto oppure no di quello che dice? Polizia e forze dell’ordine stanno dalla parte dei cittadini e delle leggi, tra mille difficoltà ma, sempre e comunque, al servizio della democrazia e dello stato di diritto. I poliziotti democratici respingono al mittente l’appello di Salvini che, ancora una volta, ha perso un’occasione per tacere soprattutto se ripensiamo a quando il suo partito era al governo e ai tagli miliardari alla sicurezza che produssero i suoi amici di partito. Penso che, stavolta, abbia passato il segno”.

“Più volte – è la reazione di Lorena La Spina, leader dell’Anfp, il sindacato dei funzionari – siamo stati costretti a dire “giù le mani dalla nostra divisa”, a chi la utilizza strumentalmente per coinvolgere le Forze dell’ordine in un gioco politico che non appartiene loro. E ancor più grave che indossando la nostra maglia ci si senta autorizzati ad invocare addirittura una ‘pulizia etnica’, che ci riporta indietro ad una delle pagine più oscure e dolorose della storia del nostro Paese”. “La Polizia di Stato appartiene solo ai cittadini ed alle Istituzioni democratiche, al cui servizio essa opera, nel rigoroso rispetto delle leggi e delle garanzie costituzionali. – ricorda lei – Questo dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, in particolare proprio a chi riveste importanti funzioni di rappresentanza nel mondo politico”.

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