Alla scoperta di albanesi e delle altre 14 comunità più numerose d’Italia. I nuovi rapporti del ministero del Lavoro
Roma, 20 gennaio 2017 – La comunità albanese è una delle comunità straniere di più antica migrazione in Italia che da anni rappresenta la seconda (dopo i maroccheni) di non comunitari per numero di regolarmente soggiornanti: al 1° gennaio 2016 sono 482.959 i cittadini albanesi titolari di un permesso di soggiorno valido, ovvero il 13% del totale dei cittadini stranieri.
La comunità albanese è tra le più radicate nel territorio italiano e diversi sono i segnali di tale condizione. In particolare, sotto il profilo socio-demografico, due aspetti restituiscono un quadro di stanzialità: tra i cittadini albanesi regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2016, si registra un sostanziale equilibrio tra i generi; infatti, le donne rappresentano il 48,3% della comunità; all’interno della comunità albanese si rileva un’elevata quota di minori, pari a circa 137 mila unità e hanno un’incidenza che supera il 28% del totale. La comunità risulta mediamente più giovane del complesso dei non comunitari e, complessivamente, quasi la metà dei cittadini di origine albanese ha meno di 30 anni (il 48,1% del totale).
Anche una veloce analisi dei permessi di soggiorno evidenzia segni del processo di stabilizzazione che coinvolge la comunità: la quota di lungosoggiornanti (titolari della cosidetta carta di soggiorno) all’interno della comunità altissima: il 71,1% al 1 gennaio 2016 (a fronte del 59,5% dei non comunitari); per i cittadini albanesi titolari di un permesso a scadenza, i motivi familiari appresentano la principale motivazione di soggiorno in Italia, interessando più della metà dei titoli soggetti a rinnovo dei migranti appartenenti alla comunità (62,6%, a fronte del 41,5% dei non comunitari). I permessi per motivi di lavoro, invece, ammontano a 42.715, pari al 30,6%.
Per chi vuole scoprire molto di più sugli albanesi d’Italia, e in generale per le 15 comunità straniere più numerose, da oggi sono online i nuovi rapporti annuali curati dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ce n’è uno per ognuna delle quindici comunità più numerose: albanese, bengalese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese, tunisina, ucraina. Insieme, rappresentano 80% dei cittadini non comunitari residenti in Italia
I rapporti, spiega una nota del ministero del Lavoro, analizzano le diverse dimensioni dei proccessi di integrazione, dall’istruzione, alla partecipazione al mercato del lavoro, passando per l’accesso al welfare, l’iscrizione ai sindacati e l’inclusione finanziaria. E sono tanti i segnali di una presenza sempre più stabile e strutturale: il principale motivo di ingresso è il ricongiungimento familiare (44,8% del totale dei nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2015), il 59,5% sono titolari di permesso UE di lungo periodo e i minori sono il 24,2%.
Leggi il Rapporto sulla Comunità albanese in Italia