in

Sejdiu: “Per niente sorpreso dello stop alla riforma. Se la volevano veramente, ci pensavano prima”

Secondo Bashkim Sejdiu, la riforma della cittadinanza in discussione al Senato non è “l’unica soluzione delle problematiche degli immigrati in Italia”, ma se passasse, “potrebbe essere solo un piccolo contentino per lavarsi la coscienza e non affrontare poi l’immigrazione in maniera seria e approfondita”

 

Bashkim Sejdiu, foto di Gabriele CavallinBashkim Sejdiu, 34enne nato a Presheva che da anni vive a Varese, di questioni legati all’immigrazione se ne occupa da anni, creando due anni fa anche l’App Infostranieri, un servizio di assistenza agli immigrati nella gestione delle pratiche burocratiche. Per quanto riguarda la riforma della cittadinanza delle seconde generazioni al Senato, va contro corrente. Non solo non è sorpreso dell’ennesimo rinvio, ma afferma pure che questo è “solamente l’anteprima dell’affossamento della riforma per questa legislatura”.

Parlando del merito della riforma, sembra sia dell’idea che ci debbano essere cittadini di “serie A”, quelli nati italiani oppure diventati con la legge oggi in vigore e altri di “serie B”, quelli che diventerebbero italiani grazie alla riforma se questa passasse. Non si spiegano altrimenti le domande che si fa: “Mettendo in vigore questa legge, i nuovi italiani ad esempio avrebbero gli stessi diritti anche nella coesione familiare con i nonni come prevede ora la legge? E i genitori di questi italiani poi avrebbero una carta di soggiorno come parenti di cittadini UE, oppure da qualche parte ci sarà scritto che loro non possono rientrare in queste pratiche, e magari qualche Questura accetta queste pratiche e altre no, lasciando discrezionalità alle singole questure come succede oggi in molte pratiche, creando solo confusione?”.

“Non sono contrario” afferma, però, con convinzione quando gli si dice che così fa il verso a chi non vuole questa riforma, “semplicemente faccio delle riflessioni e sono sincero in quello che dico, per alimentare la discusione”. Ecco di seguito le sue parole.

Shqiptari i Italisë: Se l’aspettava la marcia indietro del primo ministro Gentiloni sulla riforma?

Bashkim Sejdiu: Sinceramente sapevo che si sa sarebbe arrivati a questo punto, che è solamente l’anteprima dell’affossamento della riforma per questa legislatura.
Mi stupisco dello stupore di molte persone di quanto sta accadendo, partendo dal presupposto che se questa riforma non è stata portata a termine, quando il Pd era più unito e forte, come si può pensare che questa riforma passi oggi con un Pd spaccato, un Ncd che pensa di riunirsi al centro destra, e soprattutto quando un’indagine ISTAT recentissima, rivela che il numero degli immigrati percepito è più alto di quello reale, che significa in termini di voti una potenziale perdita?
Se davvero si voleva approvare la legge, si sarebbe percorso lo stesso iter per la legge delle unioni civili, che per certi aspetti ha lo stesso impatto sociale e culturale.

Cosa ne pensa del testo della riforma? 

Parlando di un cambio radicale e di grande impatto sociale, è sempre difficile accontentare tutti e tutto. Una domanda mi viene spontanea, mettendo in vigore questa legge, i nuovi italiani ad esempio avrebbero gli stessi diritti anche nella coesione familiare con i nonni come prevede ora la legge? E i genitori di questi italiani poi avrebbero una carta di soggiorno come parenti di cittadini UE, oppure da qualche parte ci sarà scritto che loro non possono rientrare in queste pratiche, e magari qualche Questura accetta queste pratiche e altre no, lasciando discrezionalità alle singole questure come succede oggi in molte pratiche, creando solo confusione?
È per questo motivo che sono convinto che oltre allo ius soli si dovrebbe rivedere tutto il discorso del Testo Unico dell’immigrazione a partire dalla tassa sul permesso di soggiorno, i lunghissimi tempi per ricongiungimento familiare, fino ad arrivare al discorso di cittadinanza come quella ad esempio per residenza, che prevede come requisito i 10 anni di residenza ma poi ci vogliono altri 2-3 anni, quando va bene, affinché l’iter finisca.
Sono allo stesso tempo convinto, che serva una figura all’interno del Pd che si occupi in maniera professionale, umana e con una grande esperienza, di questa riforma e di tutto ciò che riguarda l’immigrazione, attuando proposte e azioni che possano includere tutti gli immigrati, avvicinarli al partito con i fatti e non a parole come sempre hanno fatto. Allo stesso tempo questa figura dovrebbero contrastare in maniera efficace ogni attacco populista della destra sulla pelle degli immigrati con fatti azioni numeri ed esempi concreti, per far dimostrare a molte persone che l’immigrazione e gli immigrati non sono come vogliono dipingerli i politici di destra.

Cosa direbbe ai politici italiani e all’uso che alcuni di loro stanno facendo di questa riforma?

I numeri non essendo contestabili, dicono che nelle ultime elezioni comunali l’affluenza è stata pari 46,02%, questo succede perché le persone hanno capito che i politici italiani vivono in un mondo tutto loro, che usano delle situazioni sociali per portare avanti i proprio interessi e fare degli slogan che portano i voti.
La situazione è che da una parte abbiamo il centro destra che usa slogan e soffia sul vento del populismo e xenofobia e, d’altra parte, la sinistra che sempre con slogan illude in tanti, ma entrambi non fanno mai niente di serio e con un impatto sociale che possa cambiare le cose e la realtà dei fatti.
Io, per questioni lavorative, ho avuto modo di avere a che fare con tanti esponenti politici, ma la mia percezione è che sono dei grandi bugiardi che parlano e basta e che se devono fare qualcosa, fanno questi due calcoli, mi porta un guadagno a me? E quanti voti mi porta? 
Detto questo, il mio suggerimento ai politici è quello di cambiare mestiere se non si attuano delle riforme serie e di impatto sociale, perché significherebbe che il tuo lavoro non lo sai fare bene, e se non lo sai fare bene non puoi permetterti di sbagliare, perché uno sbaglio politico può tramutarsi in problemi sociali molto più seri di quelli che si possono immaginare, realtà come le Banlieue Francesi e Molenbeek in Belgio docet.

Ne avrà sentito le varie ragioni di chi gioisce per il fatto la riforma non va avanti. Che cosa ne pensa di loro?

Vedere gioire persone come Salvini e altri esponenti di destra per il fatto che la riforma non va avanti, quando nella vita reale sicuramente i loro figli hanno a che fare con ragazzi che rientrerebbero in questa riforma, tutti i giorni spesso sono amici o addirittura sono fidanzati, hai la conferma, come ho detto prima, che i politici non vivono nel mondo reale. 
Inoltre, usano il tema immigrazione che sia lo ius soli o gli sbarchi di quelle povere persone, per la loro campagna elettorale, buttando fango o inventando cose e dati che non sono reali, prima di tutto, penso per mancanza di idee e proposte politiche reali che servano davvero alla gente in un periodo così delicato in Italia, ma anche perché se Salvini non parlasse di immigrati di che cosa potrebbe parlare, dove è da chiprenderebbe i voti?

Quindi, pensa che i senatori dovrebbero, prima o poi, portare a termine la riforma?

Rimango dell’idea, che lo Ius soli non sia l’unica soluzione delle problematiche degli immigrati in Italia, e che semmai passasse non vorrei che fosse solo un piccolo contentino per lavarsi la coscienza e prendere qualche voto, per poi non affrontare in seguito la questione immigrazione in maniera seria e approfondita, non abolendo il reato di clandestinità, non rivedere tutti i costi diretti e indiretti che ci sono per tutti gli iter che devono seguire gli immigrati, lasciare questi tempi di attesa per le richieste di cittadinanza per residenza ecc…, perché tutto questo causa la poca trasparenza e una nube densa sull’immigrazione, cosa che comporta una percezione degli immigrati lontana dalla realtà e, soprattutto, comporta un blocco nel processo di integrazione degli immigrati.
Trovo più sensato fare un piano più concreto, più serio e lungimirante, che coinvolga la vita degli 5 milioni di immigrati in Italia, con un impatto sia sociale ed economico per le parti in causa, per il bene degli immigrati stessi che per il paese Italia. 
Solamente in questo modo si mette in azione la vera integrazione, che porta l’immigrato ad essere un cittadino attivo nella sua vita burocratica e non, per poter finalmente dare la percezione effettiva e reale degli immigrati nella società in cui vivono, e spegnere i focolai di populismo che vengono fatti oggi sulla pelle degli immigrati.
D’altra parte, penso che per gli immigrati sia arrivato il momento storico, di integrarci, prima di tutto, tra di noi che siamo più di 5 milioni, e insieme lottare per i nostri diritti senza dimenticare i nostri doveri, tutti insieme e non frazionarci o etichettarci in base ai documenti che abbiamo o allo status sociale. Perché solo in questo modo non faremo il gioco dei populisti, non faremo un errore grave anche per coloro che arriveranno dopo di noi, e soprattutto non mancheremo di rispetto ai nostri genitori che ci hanno portato a questi livelli con mille sacrifici. 

 

Leka: “L’italianità? Forse ne ho io più di chi voleva l’indipendenza della Padania”

Preci: “Nessun rischio di regalare la cittadinanza, la riforma va spiegata e approvata”