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5,2 milioni di stranieri in Italia, di cui sono albanesi mezzo milione

 
La crisi rallenta i flussi e aumenta i disoccupati, ma la presenza è sempre più stabile. Per quanto riguarda gli albanesi, due su tre hanno la carta di soggiorno, circa 137 mila sono minori, di cui 105 mila vanno a scuola.  Il Dossier statistico immigrazione Idos/Unar.

Roma, 13 novembre 2013 – La crisi economica rallenta, ma non ferma l’immigrazione: gli stranieri in Italia continuano ad aumentare.

Tra il 2007 e il 2012, la presenza straniera regolare complessiva è passata da 3.987.000 a 5.186.000 persone. Nello stesso periodo, i soggiornanti non comunitari sono passati da 2,06 milioni a 3.764.236 e i residenti stranieri (quelli cioè registrati nelle anagrafi dei comuni italiani), sono saliti da poco più di 3 milioni a 4.387.721.

Sono dati della nuova edizione del Dossier statistico immigrazione ‘Dalle discriminazioni ai diritti’, per la prima volta curata dal centro studi e ricerche Idos/immigrazione dossier statistico in collaborazione con l’Unar (ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), presentato il 13 novembre a Roma con il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge e il viceministro al lavoro con delega alle pari opportunità Maria Cecilia Guerra.

Tra le provenienze continentali, prevale l’Europa con una quota del 50,3% (di cui il 27,4% da ricondurre ai comunitari), seguita dall’Africa (22,2%), dall’Asia (19,4%), dall’America (8,0%) e dall’Oceania (0,1%). Tra le grandi collettività non comunitarie, Albania è seconda con 497.761 persone residenti (dati ISTAT, 31 dicembre 2012) dopo il Marocco (513mila soggiornanti). Seguono Cina (305mila), Ucraina (225mila), Filippine (158mila), India (150mila) e Moldova (149mila). Tra i comunitari, invece, la prima collettività rimane quella romena (circa 1 milione).

Tra le aree di residenza continuano a prevalere le regioni del Nord (61,8%) e del Centro (24,2%), mentre le province di Milano e Roma, da sole, detengono un sesto dei residenti (16,9%). Per quanto riguarda la comunità albanese, più del 20% (circa 104mila persone) vivono in Lombardia, 14% (oltre 71mila) in Toscana, circa 13% (63mila) in Emilia Romagna, circa 10% in Piemonte e altrettanto in Veneto.

All’origine del calo dei flussi in entrata c’è lacrisi economica. Gli ingressi per lavoro e i visti rilasciati per motivi di lavoro subordinato sono scesi da 90.483 nel 2011 a 52.328 nel 2012, delle quali 2.984 rilasciati a cittadini albanesi. Alla fine del 2012, inoltre, si è svolta una regolarizzazione in favore dei lavoratori non comunitari, per la quale i datori di lavoro hanno presentato 135mila domande meno della metà rispetto al 2009 (295mila). Per gli albanesi, nel 2012 le domande presentate erano circa 4mila, contro le oltre 11mila presentate nel 2009.

Per i ricongiungimenti familiari sono stati rilasciati 81.322 visti nel 2012 (quasi pari agli 83.493 del 2011) e i motivi familiari incidono ormai per il 40,9% sui non comunitari titolari di un permesso a scadenza e per il 44,3% sui nuovi permessi rilasciati nel 2012. 

Inoltre, continuano a crescere, tra i non comunitari, i soggiornanti di lungo periodo, autorizzati a una permanenza a tempo indeterminato: oltre due milioni di persone, pari al 54,3% del totale (8% in più rispetto al 2010), una quota che raggiunge o sfiora i due terzi per diverse collettività (Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Tunisia, Marocco e Senegal) e non arriva al 40% per altre. In particolare, tra il mezzo milione degli albanesi regolari in Italia, 328.502 hanno il permesso Ce di lungo periodo.

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