Nel 1997, Striscia la Berisha finì nella bufera, accusata che prendeva in giro e dava una brutta immagine degli albanesi. Oggi il conduttore di “Avanti un altro”, Paolo Bonolis fa “il filippino” e la comunità filippina in Italia si sente offesa e scrive all’uffico Antidiscriminazioni Razziali
Roma, 18 novembre 2013 – C’era un volta “Striscia la Berisha”, una parodia di “Striscia la Notizia”. Correva l’anno 1997 e l’Albania era in subbuglio per la caduta delle piramidi finanziarie e lo stato allo sfascio.
All’epoca, Sollenghisha (Tullio Solenghi), Gnocchisha (Gene Gnocchi) e le valone (le signorine che fanno la parte delle veline) scatenarono l’ira di tanti che accusarono il programma di razzismo. Accuse, che il padre di Striscia, Antonio Ricci, rimandava al mittente: “Razzisti noi? State scherzando. Con “Striscia la Berisha” semplicemente prendiamo in giro gli italiani, le Carrà, i Bonolis. Il vero luogo comune sarebbe mostrare l’albanese che sfrutta la prostituta o che vive in maniera illegale: noi invece ce la prendiamo con i vizi italiani. Gli albanesi sono come noi, ma da loro non sono ancora passati gli stilisti. E non si sa se questo sia un bene o un male”.
Oggi è Paolo Bonolis all’occhio del ciclone, per aver fatto satira (secondo alcuni) oppure per aver preso in giro (secondo altri) i filippini.
Con una parrucca nera in testa e una pezza per spolverare sul cuore si mette sull’attenti al suono dell’inno nazionale delle Filippine. Poi si presenta in uno stentatissimo italiano: “Io pilippino, vengo da pilippine, faccio pulizia e faccio domande di economia domestica”.
Seguono quesiti al concorrente di turno sui tasti del forno a microonde, su come stirare le camicie, su quanto detersivo mettere in lavatrice o su come disporre le posate in tavola. Sempre con il più stereotipato degli accenti, con parole incomprensibili, tra le risate del pubblico.
È la gag proposta dal conduttore Paolo Bonolis nel suo programma Avanti un altro. Un insulto per la comunità filippina, che tra l’altro in questi giorni è in lutto per le vittime del tifone che ha devastato la madre patria. La protesta è montata su internet, attraverso i social network.
Sul caso è intervenuto anche Romulo Sabio Salvador, il consigliere aggiunto che rappresenta gli immigrati asiatici in Campidoglio e ha inviato una segnalazione all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Ha scritto anche a Mediaset per chiedere alla produzione del programma di porgere le proprie scuse ai filippini. La gag di Bonolis, sottolinea poi il consigliere aggiunto, “ha particolarmente toccato la sensibilità della comunità Filippina che in questo momento delicato di lutto nazionale, a causa del tifone Haiyan, avrebbe bisogno di sostegno morale anziché di offese gratuite alla propria dignità”.
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