Arte e cultura, usi e costumi, imprenditoria e lla figura della donna saranno al centro degli eventi organizzati dall’associazione Le Aquile di Mantova che si terrano a Mantova dall’8 giugno fino a fine mese
Arriva la seconda edizione del “Festival della Cultura Albanese”, un’importante rassegna artistica, e non solo, organizzata dall’associazione Le Aquile di Mantova, che ha costantemente operato negli ultimi anni, promuovendo le specificità, supportando le iniziative di maggior rilievo e realizzando progetti propri.
“Da sempre abbiamo avuto la convinzione che l’arte e la cultura rivestano un ruolo centrale sia per la crescita individuale sia, di conseguenza, per la stessa coesione della comunità. Essendo l’arte di per sé una forma di esspressione dell’essere, non avendo bisogno di traduzione lo abbiamo addotatto sin dall’inizio del nostro percorso. Stiamo cercando di realizzare e lavorare nell’ampliamento dell’offerta culturale della città, la tutela e la fruibilità pubblica di beni artistici, la diffusione e il tramandarsi della storia promuovendo gli artisti e aiutando la promozione delle nostre terre” dice la presidente dell’associazione, Anila Cenolli.
In linea con questa mission, l’associazione ha programmato quest’anno diversi eventi, a cominciare dalla mostra “Maledetti Albanesi” che si inaugura l’8 giugno alla Casa del Mantegna, nella quale espongono loro opere i pittori Guri Bulollari, Alketa Delishaj, Oltsen Gripshi, Xhimi Hoti, Erjon Nazeraj, Artan Shabani, Soni Tufina dhe Eldi Veizaj. Tramite le loro opere, la mostra vuole instaurare un dialogo con chi attraversando l’Adriatico ha creato alchimie nuove, visive e concettuali.
“Il nostro è un percorso evocativo di atmosfere, costumi, ambienti, di un passato nel cui affonda le radici il nostro presente per dare forma al futuro di una comunità in costante evoluzione, ma che conserva nel suo patrimonio genetico quelle caratteristiche di operosità che da sempre la contraddistinguono. – spiega in poche parole la mostra Cenolli – Abbiamo coinvolto diversi artisti sia per la provenienza sia per i temi trattati, proponendo un esposizione di un patrimonio di immenso valore che costituisce una raccolta tra le più ricche e cospicue tra quelle esposte ad oggi, per la grande quantità delle opere che la compongono e per la varietà degli oggetti e delle tecniche utilizzate. I curatori hanno saputo cogliere alla perfezione l’esspressione degli artisti e l’idea del progetto realizzando un racconto al cui al centro vi è la vicenda umana con le sue storie, l’ironia e la capacità di ascolto. Hanno presentato ognuno di noi e hanno avuto il merito di ascoltare quella sete esplosiva che si trova oggi nelle nostre aspettative, nel nostro modo di essere e quella di assimilare le diverse culture che ci caratterizzano”.
Sempre l’8 giugno c’è anche il concerto inaugurale del Festival con la partecipazione degli artisti Eugjen Gargjola (violino), Emiliano Paterlini (piano) e Klodiana Brahimi (soprano).
Il 9 giugno, il Festival si avvicina al mondo del lavoro con un convegno sull’imprenditoria organizzato in collaborazione con il comune di Curtatone.
L’evento si propone di unire imprenditori e managers di ogni nazione presenti nel territorio con lo scopo di valorizzare le aziende attraverso racconti di successo e che siano di ispirazione come base del futuro a chi intende diventare l’imprenditore del domani. Il programma del convegno prevede la partecipazione di professionisti competenti del settore, funzionari dello stato albanese e di personalità politiche del territorio ed estere.
“Donne d’Albania” si chiama l’evento del 16 giugno, organizzato dall’associazione in collaborazione con la rivista Confronti. Al dibattito partecipano il sociologo Rando Devole e il direttore di Confronti, Claudio Paravati, curatori di “Donne d’Albania. Tra migrazione, tradizione e modernità”, un prezioso volume in cui trovi riflessioni, analisi, dati, interviste, testimonianze di donne del mondo accademico, nell’associazionismo, nelle professioni, nell’attività imprenditoriale, nel giornalismo, nel sociale, nell’amministrazione pubblica, nell’intermediazione culturale, nell’arte, nella letteratura e altro ancora. È un laboratorio di confronto e di collaborazione tra donne e uomini albanesi in Italia e in Albania, è un ponte di conoscenza tra due culture e realtà, è l’inizio di un lavoro in rete che possa garantire dialogo e compressione, che possa promuovere il ruolo delle donne nella società e in famiglia e per tutelare i loro diritti.
Il 23 giugno il festival continua con un pomeriggio dedicato a Usi e Costumi albanesi che vengono presentati al pubblico da Lumturi Plaku e Cristina Xhakolli.
Il 24 giugno, Concerto multietnico in piazza con Enkel Zhuti, ballerino, coreografo, ideatore e direttore artistico delle “Olimpiadi della Danza”.
L’ultimo evento del Festival, si tiene il 30 giugno. Al finissage della mostra, viene presentato il catalogo “Maledetti albanesi – il mio zero non è il tuo zero” a cura di Luigi Marastoni e Sebastiano Zanetti.