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Shani: “La riforma della cittadinanza, buon segnale sulla strada dell’integrazione”

“Spero davvero che i senatori portino a termine la riforma, perché vorrei essere fiera dell’Italia che approva questa legge, contro ogni ricerca di consenso politico contro i minori italiani”

 

“Si tratta del riconoscimento formale di una condizione già in atto: questi ragazzi non sono “immigrati”, si sentono italiani a tutti gli effetti e, in molti casi, non hanno mai vissuto nel paese dei propri genitori… Il riconoscimento della cittadinanza può rappresentare un segnale positivo sulla strada dell’integrazione, che è la più efficace arma contro la radicalizzazione”.

Non ha dubbi Aferdite Shani, Project Manager di cooperazione internazionale, formazione e ricerca sociale, scambio culturale ed economico, candidata alle elezioni comunali di Pistoia 2017, nella lista del PD, con la quale abbiamo parlato sull’ennesimo rinvio al Senato della riforma della cittadinanza per le seconde generazioni.

Shqiptari i Italisë: Come si è sentita quando ha saputo della marcia indietro del primo ministro Gentiloni sulla riforma?

Aferdite Shani: Ho pensato che l’Italia e il PD hanno dimostrato di essere deboli e non saper proteggere i valori europei e di sinistra, di dare diritti e richiedere impegni anche civici. Per una società come quella italiana, questa legge era un affermazione di un diritto di fatto, un’opportunità per fare la differenza nell’ondata del disordine dei principi democratici e di uguaglianza che sta vivendo l’Italia.

Cosa ne pensa del testo della riforma?

La legge rappresenta dunque il riconoscimento di un cambiamento in corso nel nostro paese da oltre vent’anni: da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Si tratta del riconoscimento formale di una condizione già in atto: questi ragazzi non sono “immigrati”, si sentono italiani a tutti gli effetti e, in molti casi, non hanno mai vissuto nel paese dei propri genitori. Peraltro, i timori dovuti al pericolo terrorismo o alla criminalità non sono oggettivamente legati alla cittadinanza: anche negando il diritto, non avremo allontanato i potenziali terroristi o criminali. Al contrario, il riconoscimento della cittadinanza può rappresentare un segnale positivo sulla strada dell’integrazione, che è la più efficace arma contro la radicalizzazione.

Cosa direbbe ai politici italiani e all’uso che alcuni di loro stanno facendo di questa riforma?

La Riforma non apporta nessuno dei pericoli che vengono millantati dalle forze perlopiù di destra, insomma, nessuna novità che possa mettere in pericolo l’Italia, chi afferma il contrario, alimenta paure infondate per obiettivi distorti da quelli democratici e civici, non agisce di sicuro per il bene dell’Italia.

Ne avrà sentito le varie ragioni/giustificazioni di chi gioisce per il fatto la riforma non va avanti. Che cosa direbbe a loro?

Che “ignorantia legis non excusat”- se si conosce davvero ciò che va a prevedere la legge. Stanno cavalcando le ondate della paura in assoluto più sentita degli italiani: quella verso gli immigrati. Se si cerca un collegamento con il voto, beh, di sicuro i nuovi cittadini devono avere diritto di votare.

E adesso, più rassegnata o speranzosa?

Rassegnata mai. Sento che i nostri sforzi non sono stati sufficienti, che dobbiamo lavorare di più, con quei pochi che hanno davvero a cuore questo paese e il viverci di pieni diritti e libertà.

Ce la faranno prima o poi i senatori a portare a termine la riforma?

Penso di sì, e lo spero davvero, perché vorrei essere fiera dell’Italia che approva questa legge, contro ogni ricerca di consenso politico contro i minori italiani.

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